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16 aprile 2009

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 42 - La seconda serata di Sanremo 1968

di Dario Cordovana



E veniamo alla seconda serata di Sanremo 1968, una serata che quasi non sbaglia un colpo, iniziando con “Canzone per te” di Sergio Endrigo, che con questo brano centra la prima vittoria al Festival di un cantautore (Modugno a parte). “La festa appena cominciata è già finita/il cielo non è più con noi” intona il cantautore di Pola (allora di lui ancora si poteva dire “intona”) e ottima anche la scelta del cantante brasiliano Roberto Carlos (famoso per i suoi tiri dalla distanza, eh eh…), uno che in patria era abituato a vincerli i Festival.
Dopo “Canzone per te” di Endrigo, “Canzone” di Don Backy, che il Don avrebbe dovuto cantare insieme a Milva, ma dovette cedere il posto ad Adriano Celentano col quale aveva appena litigato per una questione di royalties non pagate. La partecipazione di Celentano fu, più che una ripicca, una vendetta: cari organizzatori del Festival, se mi volete sono disponibile a partecipare a Sanremo, cantando la “Canzone” di Don Backy. Figurati gli organizzatori: Adriano al Festival è sempre un colpaccio; “Caro Backy si accomodi, tanto lei ha ben due canzoni in gara…” (non si potrebbe: per presentare al Festival anche “Casa bianca” Don deve farla firmare ad un prestanome, Raniero La Valle; mal gliene incoglierà perché ritornare in possesso dei diritti d’autore della fortunata canzone sarà impresa molto ardua). Comunque alla fine Celentano va al Festival per rovinare “Canzone”: “Nel più bel sogno ci sei solamente tu/sei come un’ombra che non tornerà mai più” e giù alla fine ad ululare (uuuh uuuh). Per fortuna che c’è Milva che con la sua bravura e professionalità, non solo porterà la canzone in finale, ma le farà conquistare un meritato terzo posto. Saranno poi le vendite a premiare la versione dell’autore…
Al Bano fa il suo esordio al Festival con “La siepe”, accompagnato dalla cantante americana Bobbie Gentry (reduce dal successo di “Ode to Billie Joe”); il brano è di buon livello e alla fine si qualifica. Nessuna delle tre canzoni che seguono invece va in finale, ma è un vero peccato. “Il posto mio” di Tony Renis e Domenico Modugno, una canzone sull’emancipazione maschile (“Sono lo scendiletto su cui cammini tu…”) era un buon pezzo, ma il vero scandalo è l’esclusione de “La vita”, un brano di Amurri e Canfora dello stesso livello di quelli che questa coppia di autori scriveva per Mina ed eseguito magistralmente da Shirley Bassey, ed in modo decoroso dall’esordiente Elio Gandolfi (che insieme a Giusy Romeo aveva vinto Castrocaro l’anno precedente). Anche “La vita” verrà esportata in tutto il mondo. Infine “Per vivere”, un valzer ben cantato da Iva Zanicchi, che aveva come partner l’austriaco Udo Juergens.
Sfortunato esito anche quest’anno per la canzone di Lucio Battisti che scrive “La farfalla impazzita”, affidata all’estro di Johnny Dorelli e di Paul Anka. Ottima in particolare la versione di quest’ultimo, più vicino ad un’ipotetica versione dell’autore. Analoga sorte per “Tu che non sorridi mai” canzone decente di Orietta Berti accompagnata da Piergiorgio Farina…non come direttore d’orchestra, come cantante!
Da qui in poi le canzoni arrivano tutte in finale: “La tramontana” (insulso motivetto che sfrutta la travolgente simpatia di Antoine e porta in finale anche Gianni Pettenati), “Quando m’innamoro” con la leggiadra Anna Identici e i Sandpipers, “Da bambino” (canzone mediocre che rimane l’ultima dei Giganti prima dello scioglimento, e che segna il debutto di un ancora imberbe Massimo Ranieri), ed infine “Mi va di cantare” affidata a Louis Armstrong e a Lara Saint-Paul (moglie dell’impresario Pier Quinto Cariaggi che aveva portato il vecchio Satchmo a Sanremo). Ovviamente la brava Lara eseguì per prima il brano, un po’ per lasciare la scena al più celebre compagno, e un po’ per far capire il testo della canzone perché Armstrong…be’ ma in fondo cosa importa? La cosa straordinaria è che Satchmo era lì, a Sanremo, - capite? – a Sanremo…

Shirley Bassey: "La vita"


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Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 42 - La seconda serata di Sanremo 1968
 

 

...e dire che al liceo nei temi prendevo solo un sei risicato (e a volte neppure quello...)

Dario C.

16/05/2009 17:41:55


caro dario ricordo qualcosa di allora, avevo solo 9 anni! però, certo, armstrong, canzone di don backy...ho vaghi ricordi. Scrivi in un modo sublime, sei bravissimo!
dalla stanza 405 dell'ospedale ortopedico di reggio calabria
paolo castellana detto pablo

paolo castellana

15/05/2009 11:19:17


caro dario ricordo qualcosa di allora, avevo solo 9 anni! però, certo, armstrong, canzone di don backy...ho vaghi ricordi. Scrivi in un modo sublime, sei bravissimo!
dalla stanza 405 dell'ospedale ortopedico di reggio calabria
paolo castellana detto pablo

paolo castellana

15/05/2009 11:18:19


 
 

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