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30 gennaio 2018

Canzonissima 1973: arrivano i big (puntata n. 140)

di Dario Cordovana



Alla terza puntata arrivano le vecchie conoscenze di Canzonissima, i nomi già affermati. Saranno ventuno, sette per puntata delle tre che mancano per terminare il primo turno, e solo cinque di questi non lo supereranno, quindi il rischio eliminazione è per ora molto basso.
Quanta necessità c’è in fondo di giocarsi i 70.000 punti del Briscolone con questa misera concorrenza? Questo avrà pensato Marisa Sacchetto, reduce da alcune buone prove in questa trasmissione. E invece “Meravigliosa malattia”, non riesce con le sue sole forze a permettere a Marisa di passare il turno, perché la trasmissione è in crisi e di cartoline se ne vendono meno dell’anno scorso e quindi 70.000 punti di differenza tra chi li ha giocati e chi no si possono fare sentire.
Chi certo non ne avrebbe bisogno è Claudio Villa con la chopiniana “Io vivo con te”, eppure il reuccio se li gioca tutti, farfugliando la giustificazione di avere frainteso il regolamento e aver cercato all’ultimo momento, accortosi dell’errore, di tornare indietro, ma senza successo. Sarà, ma sa tanto della solita guasconata del cantante romano, pronto a dimostrare a tutti che nell’ultimo turno, quando tutti si giocheranno il loro Briscolone, di poter farcela da solo ad andare in finale.
Dietro un Villa largamente primo troviamo Peppino Di Capri. Il vincitore di Sanremo presenta un brano nel suo canonico stile romantico, “Piano piano, dolce dolce”, quello che inizia con le inconfondibili parole “Mi hai fatto innamorare piano … pianoo”. Ovviamente a giocarsi il Briscolone Peppino neanche ci pensa, e fa benissimo.
Tra gli altri cantanti, tutti bisognosi di un rilancio, fa bella figura Carmen Villani, con un indimenticato brano da lei presentato a Sanremo nel 1971 con Domenico Modugno, la drammatica “Come stai”, da annoverare tra le sue più belle interpretazioni. Carmen si gioca solo 30.000 punti del Briscolone, che bastano e avanzano: ce l’avrebbe fatta anche conservandoli per i turni successivi. Passa comodamente al secondo turno anche Romina Power, con “Fragile storia d’amore”, condotta dal flauto diritto e cantata dalla sua fragile voce. Anche Jimmy Fontana approfitta del rilancio estivo presentando “Made in Italy” che gli porta di nuovo fortuna. Chi rimane fuori invece è Dori Ghezzi, stranamente e anacronisticamente presentatasi senza Wess. Il fallimento della sua “Non ci contavo più” le impone di tornare al più presto alla formula della coppia in bianconero.
Solo tre cantanti della quarta puntata giocano il Briscolone: non ne hanno bisogno i Vianella (inseriti tra i big, anche se esordienti in coppia, perché entrambi avevano già partecipato in passato a Canzonissima), né Gigliola Cinquetti (che ripesca il “Tango delle capinere”) e Mino Reitano, ancora così popolare da poter scegliere qualsiasi cosa, anche se “Una chitarra cento illusioni” è invecchiata e si sente. Non lo gioca neanche Peppino Gagliardi, ma “Sempre … sempre” si ferma a poco più di duemila voti dalla qualificazione. Motivo? Il Briscolone che regala 70.000 punti a Fausto Leali (con “La bandiera di sole” già ascoltata a Sanremo) e a Lando Fiorini (con la celebre “Cento campane”, sigla dello sceneggiato TV del 1971, “Il segno del comando”). Neanche il Briscolone però può salvare dall’eliminazione Marisa Sannia che si affida a Walt Disney! Purtroppo “I sogni son desideri” porta fortuna a Cenerentola ma a lei no.
Tre grossi calibri comandano la quinta puntata senza giocarsi alcun aiuto: Orietta Berti si permette di cantare un pezzo a cui tiene tanto (“Quando l’amore diventa poesia”) e risultare la più votata di tutto il primo turno. Gianni Nazzaro si affida alla sua Napoli con “Alleria” che, chissà perché, viene annunciato da Mita Medici e Pippo Baudo in italiano, come “Allegria”. E Al Bano, sempre popolarissimo, ha forse bisogno di aiuti per superare il primo turno? “La canzone di Maria” rodata in estate è perfetta per la bisogna.
Nella quinta puntata arrivano più cartoline e quindi sei cantanti su sette superano il turno. Vediamo chi sono: giocando tutti il Briscolone è come se partissero alla pari. Little Tony è il più bravo, con la vivace “Giovane cuore” che lo ha parzialmente rilanciato in estate: arriva a poche centinaia di voti dal terzo posto di Al Bano. Poi Giovanna, con la sua canzone più bella, “Questo amore un po’ strano”, che sembra di Battisti, ma non lo è. La sesta ripescata è Ombretta Colli che presenta una canzone di stampo folk impegnato, “Il muratore”. Resta fuori, abbastanza a sorpresa, Donatello, forse perché la sua “Malattia d’amore” è già stata presentata parecchie volte e non tutte le repliche riescono col buco …

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