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7 febbraio 2013

NUNCA MAS! IL GIORNO DELLA MEMORIA

di Fra' Domenico Spatola



"Nunca mas!” (Mai più!).
Fu l’angoscioso grido di Ernesto Sabato, poeta argentino, alla ricerca dei trentamila giovani ‘desaperacidos” della sua Terra, fagocitati dal terrore oligarchico dei militari.
‘Mai più!”, dopo l’Olocausto, doveva essere il grido condiviso e non solo dai sopravvissuti alla più tremenda tragedia del XX secolo e forse di sempre, con cinquanta milioni di morti dei quali sei nei campi di sterminio nazista. Auschwitz, Birchenau, Dachau... sono nomi che evocano le più orrende e disumane crudeltà inferte, per delirante ideologia di superiorità razziale, a una parte dell’Umanità dichiaratamente destinata ad essere distrutta soprattutto nella dignità.
Se questo è un uomo...” è il titolo del libro, cui affidò i ricordi, da internato nel più famoso lager nazista, lo scrittore Primo Levi. Vi raccontò, con lucidità e giustificato disprezzo per l’oppressore, le umiliazioni subite in quell’inferno del mondo.
Mai più!” si gridò dopo le bombe di Hiroshima e di Nagasaki. E vennero gli esperimenti nucleari e gli armamenti che, durante la cosiddetta Guerra fredda”, terrorizzarono per oltre un cinquantennio le due parti del Mondo, Oriente e Occidente in costante assetto di belligeranza atomica con i missili a lunga e media gittata”, puntati l’uno contro l’altro. Avremmo voluto dire “Mai più!” ad ogni dittatura, e i “Gulag” sovietici, sotto il tallone stalinista, produssero non meno di dieci milioni di morti.
Si sapeva della pericolosità delle armi chimiche ideate per la distruzione di massa e, negli anni Settanta, si impiegò la diossina in Vietnam e le bombe al fosforo a Fallujah. E che dire dei massacri di Sabra e Shatila, e di quelli in Cambogia dove Pol Pot, per imporre il marxismo maoista, non esitò ad uccidere a bastonate innumerevoli ragazzi e inermi contadini?
“Mai più!” vorremmo gridare per i bombardamenti, propinati in diretta televisiva, sulla popolazione inerme di anziani e di bambini, in fila ad Aleppo, mentre attende pazientemente la giornaliera razione di pane.
L’ONU non interviene scandalosamente, perché immobilizzato dai veti incrociati di Russia e di Cina, favorevoli al regime siriano.
E si combatte in Africa contro il fanatismo di Al Qaeda, ma sono le miniere di uranio il vero obiettivo, fondamentale per alimentare i cinquantanove reattori nucleari dei Francesi. Raccapricciante infine l’ultima “trovata” del ministro dell’economia nipponico, il quale, per raddrizzare le finanze del Paese del Sol Levante, ha proposto cinicamente di tagliare le cure agli anziani.
Il “Giorno della Memoria” andrebbe vissuto tutti i giorni del calendario, per non dimenticare e soprattutto per non cadere nella tentazione di addomesticare la Storia.
Ogni fascismo è contro l’Umanità, perché toglie libertà e uccide la democrazia. Quello del Ventennio in Italia fu criminale: ha  prodotto lutti, ha provocato tragedie, ha eliminato - Matteotti, i fratelli Rosselli, e altri refrattari al ‘regime. Ha costituito i Tribunali speciali, ha fatto trangugiare l’olio di ricino agli oppositori, ha relegato al confino i liberi pensatori e che non erano in sintonia con i suoi umori. Mussolini fu il tragico modello per Hitler, che, da discepolo, seppe superare il maestro in scelleratezze e malvagità.
E le leggi razziali’? Ottantasette di numero, furono approvate nel 1938 e divennero da subito esecutive per la deportazione nei campi di sterminio. Settemila Ebrei italiani, stipati su treni piombati, coprirono l’atroce calvario fino alla meta, da dove i più uscirono dalla canna fumaria dei famigerati “forni crematori”. E il fascismo di Mussolini diede la caccia agli Ebrei offrendo la taglia di cinquemila lire a chi ne procurava uno da internare.
“Storia da ricordare”, per la consapevolezza che “corta è la memoria” sì da non potere non condividere quanto scritto da Giambattista Vico, fondatore, nel secolo XVIII, della Storiografia moderna: «La Storia è maestra di vita, ma non ha allievi!»
Nunca mas! Mai più!

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