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12 febbraio 2008

I Libri uniscono - Il no ad Israele alla Fiera del Libro ci offende

di Daniela Vaccaro



"C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver. "

In un impeto di mancanza di democrazia, vorrei costringere tutti coloro che hanno pensato di boicottare il Salone del Libro di Torino (intellettuali palestinesi e - ancor più grave - rappresentanti della sinistra italiana) a leggere queste parole, di uno degli scrittori contro cui si sono levate le loro proteste. Amos Oz, si chiama,e la citazione è tratta da Una storia di amore e di tenebra.

Oppure vorrei costringerli a leggere questo: "In questo momento non dico nulla della guerra in cui sei rimasto ucciso. Noi, la nostra famiglia, l'abbiamo già persa. Israele ora si farà un esame di coscienza, noi ci chiuderemo nel nostro dolore, [..]. Vorrei che sapessimo dare gli uni agli altri questo amore e questa solidarietà anche in altri momenti. È forse questa la nostra risorsa nazionale più particolare. Vorrei che potessimo essere più sensibili gli uni nei confronti degli altri. Che potessimo salvare noi stessi ora, proprio all'ultimo momento, perché ci attendono tempi durissimi." Queste parole invece sono tratte dall'orazione funebre che David Grossman ha pronunciato ai funerali di suo figlio Uri, 20 anni.

Infine, concluderei con queste parole: "... e noi nell'ultima guerra abbiamo perso un amante. Avevamo un amante, e da quando è cominciata la guerra non lo si trova più, è sparito. Lui e la vecchia "Morris" di sua nonna. Da allora sono passati già più di sei mesi, e di lui non abbiamo saputo più nulla. Noi diciamo sempre: questo è un paese piccolo, una specie di grande famiglia, se uno ci si mette può scoprire legami persino tra le persone più lontane – e invece, come se si fosse spalancato un abisso, una persona è scomparsa senza lasciare traccia, e tutte le ricerche sono state inutili. Se fossi sicuro che è rimasto ucciso, rinuncerei. Che diritto abbiamo noi di ostinarci per un amante ucciso, quando c'è gente che ha perso tutto quello che aveva di più caro – figli, padri e mariti?", da L'amante di Abraham Yehoshua.

I libri uniscono. Nelle pagine dell' Iliade Ettore ed Achille possono riscoprire la loro comune natura di esseri umani. Chiunque abbia voluto impedire ad altri di leggere, bruciando il libri sulla pubblica piazza, o semplicemente mettendoli all'indice, ha cercato di uccidere la libertà più profonda e autentica che sia stata data ad ogni essere umano, la libertà di essere, di pensare, di sentire.

Daniel Barenboim, musicista israeliano, ha portato nel suo paese la musica di Wagner, simbolo del Nazismo (tanto da ispirare a Woody Allen la celebre battuta di Misterioso omicidio a Manhattan: "Ogni volta che sento la musica di Wagner mi viene voglia di invadere la Polonia), ma soprattutto antisemita egli stesso. Eppure Barenboim - il primo e unico cittadino israeliano ad avere anche il passaporto palestinese - ha detto che, pur rispettando il dolore di chi associa la musica di Wagner agli orrori del Nazismo, da musicista ritiene che la musica vada al di là delle meschinità di chi l'ha scritta.

Dalla sua lezione capisco che devo aggiustare il tiro. Non posso costringere nessuno a leggere le meravigliose parole di Oz, Grossman, Yehoshua, di coglierne il profondo messaggio di pace e di tolleranza. Posso solo sentirmi profondamente offesa da quanti pensano ancora oggi di bandire un libro, o uno scrittore.

Tratto dal sito www.danicl2007.splinder.com e gentilmente concesso dall'Autrice.



Nella foto in alto a sinistra David e Uri Grossman



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Condivido in toto quanto scrivi in questo bellissimo "elogio del libro". E' proprio vero i libri uniscono, a volte però c'è qualcuno che è talmente ignorante (probabilmente perché non legge, o forse non "sa" leggere) da non capirlo.
La vicenda della fiera del libro è comunque inquietante, al pari della recente notizia di una sorta di lista di proscrizione dei professori di origine ebrea diffusa su non quale pattumiera di sito internet.

Marcello

13/02/2008 12:39:01


Nel rileggere,mi sono accorta di sprofondare proprio nel profondo sentimento del profondo.

Luisa

13/02/2008 10:51:36


E come possiamo commentare ? Siamo smarriti di
fronte a pensieri e sentimenti così profondi,le nostre anime,il nostro cuore sono lacerati perchè colpiti nel più profondo del profondo.Però non possiamo fare a meno di provare ammirazione e
simpatia per chi ha saputo e voluto comunicarci
questo suo sentimento.Grazie e Viva i Libri.

luisa

13/02/2008 10:49:00


 
 

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