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7 gennaio 2009

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - 37 - Il Festivalbar

di Dario Cordovana



La manifestazione che di recente ha “animato” le nostre pigre serate estive è nata nel lontano 1964 da un’idea di Vittorio Salvetti che, oltre ad avere funzioni organizzatrici, ne sarebbe stato il conduttore per quasi vent’anni. Ma il Festivalbar degli esordi era molto diverso da quello diventato popolarissimo sulle reti private.
All’inizio era una gara basata sulla popolarità del juke-box che, lo diciamo a beneficio di coloro che si mettessero solo ora all’ascolto, era un apparecchio che si poteva trovare nei bar e nelle pizzerie della penisola e che d’estate trovava il suo maggiore utilizzo; all’interno di questo apparecchio venivano inseriti un buon numero di 45 giri (in genere scelti tra i successi del momento) ed il cliente che voleva ascoltarli non doveva far altro che introdurre all’interno del juke-box una moneta oppure un gettone (da qui il termine “i successi più gettonati”). Fatto questo un braccio meccanico arpionava il 45 giri scelto, e lo poneva sul piatto dove veniva suonato. Quindi era possibile ascoltare sia il lato A sia il lato B del 45 giri, ma non con una stessa moneta.
C’erano anche delle possibilità di sconto: ad esempio se con una moneta facciamo da 50 lire si ascoltava un brano, con una da 100 se ne ascoltavano 3. Era un modo molto semplice di ascoltare le canzoni più in voga in un periodo in cui gli impianti stereo non avevano preso ancora il sopravvento ed era anche un modo per ascoltarle in compagnia degli amici.
Il Festivalbar, che ovviamente si svolgeva d’estate, aveva un elenco di canzoni partecipanti che venivano inserite nei juke-box sparsi nella penisola, poi si monitorava quante volte le singole canzoni erano state gettonate e alla fine in una finale che si svolgeva ad Asiago veniva premiata la canzone vincente. Alla manifestazione potevano partecipare anche le canzoni straniere che però solo raramente arriveranno alla vittoria finale (il primo a farcela sarà nel 1971 Demis con “We Shall Dance”.
Come tutte le rassegne che si rispettino anche il Festivalbar cominciò in maniera un po’ timida nel 1964 con sole 10 canzoni partecipanti e con Bobby Solo vincitore con “Credi a me”; pian piano però la popolarità della manifestazione crebbe e nel 1967 venne per la prima volta trasmessa in televisione la serata conclusiva che quell’anno premiò “Stasera mi butto” di Rocky Roberts; quindi in pratica il Festivalbar era la consacrazione della popolarità che un brano aveva acquisito durante l’estate, una specie di imprimatur. Tra l’altro in quell’anno venne creato anche un premio speciale, una sorta di premio per i giovani chiamato “Disco Verde” che negli anni successivi sarebbe stato presente un po’ ad intermittenza. E a chi poteva andare il “Disco Verde” quell’anno se non a “Nel sole” di Al Bano? Bano che con questo ulteriore riconoscimento era ormai entrato stabilmente tra i big. Mi sa che per qualche tempo ne sentiremo parlare…

Il primo successo straniero al Festivalbar: Demis Roussos con "We shall dance"


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