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24 dicembre 2012

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - Un disco per l’estate 1971 – eliminatorie

di Dario Cordovana



Quest’anno le canzoni partecipanti sono 56, ma solo 24 di esse accederanno alla fase finale. Contrariamente agli altri anni non è prevista una vetrina televisiva per tutte le canzoni partecipanti, ma le eliminatorie si svolgono soltanto alla radio. Adesso occupiamoci di quelle canzoni che non hanno superato il primo turno. Tra di esse come al solito troveremo più di una canzone meritevole di essere riscoperta.
Intanto cominciamo da Dino, il più sfortunato di tutti perché arriva venticinquesimo, anche se sei voti di differenza dall’ultimo qualificato (Maurizio) non sono bruscolini. In seguito nelle successive edizioni si deciderà di allargare il numero dei qualificati se questo può servire a… salvare qualche cantante famoso, ma nel 1971 non è questo il caso né di Dino, né tantomeno di Dominga che giunge subito dopo. Oddio, non è che la sua “Olì Olè Olì Olà” sia questo gran capolavoro… sì è proprio spagnoleggiante e fa pensare a certe cose di Louiselle… in peggio (ed è tutto dire).
Da recuperare sarebbe invece “Isa…Isabella”, altro tentativo degli Alunni Del Sole di approdare alle semifinali, ma senza successo. Come al solito la firma di Paolo Morelli è una garanzia e il brano non avrebbe sfigurato. Seguono “Quinta stagione” di Lionello (nel classico stile del cantante che faceva il pieno di voti a Settevoci) e “Zacchete” di Piero Focaccia. Quest’ultimo brano comincia con un singolare quesito “Riuscirà il protagonista della nostra storia a rimanere incolume fino alla fine del brano?”. Sì, ma com’è questa “Zacchete”? Andiamo avanti ragazzi, lo spazio è quello che è, mica posso dedicarlo tutto (ma proprio tutto!)  a Piero Focaccia…
Segue l’ancora imberbe Loretta Goggi, con un brano neanche male, “Io sto vivendo senza te” che ottiene gli stessi punti dell’ultima apparizione del noto duo Franco IV e Franco I, in pieno declino. Scendendo ancora troviamo “Tu cuore mio” di Mario Zelinotti, una canzone certo non inferiore alle qualificate. Poco da dire su “Si chiama Maria” non certo una delle migliori cartucce sparate da Fausto Leali, che raccoglie lo stesso punteggio di “Venti o cent’anni” con dei New Trolls dal taglio più progressive del solito, e scendendo ancora… ohibò, nientedimeno che il vincitore della passata edizione, Renato dei Profeti. Caro Renato già i miracoli non si ripetono, se poi tu fai il passo più lungo della gamba puntando (in modo goffo) sul tema dell’astronauta che si perde nello spazio (è vero c’era stata già “Space Oddity” di David Bowie, “Rocket man” di Elton John e persino “Help me” dei Dik Dik erano di là da venire, però “Hellò Terra” perde nettamente il confronto anche con quest’ultima)… e dire che gli autori del pezzo erano gli stessi che in quel periodo facevano la fortuna di Massimo Ranieri…
Niente di particolare “Mondo” di Daniele Dany, mentre “Vivere in te” degli ancora acerbi Jet (che qualche anno dopo diventeranno i Matia Bazar) fa pensare a dei New Trolls malriusciti. Cantautorale Lorenzo Pilat con l’appropriata “Settantuno”, mentre ancora meno raccoglie “La cicala” di Riccardo Del Turco, un Del Turco intimista per una volta, cosa che può avere disorientato il suo pubblico, ma la canzone non era male. Scendendo ancora si incontrano nomi di qualche notorietà (Paola Musiani, Mario Tessuto, Lolita), ma il nome più noto è quello di Jimmy Fontana che toppa clamorosamente con “Giulietta e Romeo”, un pezzo inutilmente complesso nella sua costruzione e nel quale si fatica a identificare l’idea musicale centrale.
Scendendo ancora incontriamo “Tredici ragioni” di Marisa Sacchetto, che negli arrangiamenti ha in mente Mina, ma quando canta fa pensare al massimo a Rosanna Fratello. Meglio “Chiara” di Simon Luca, ma sfortunatamente le giurie popolari non si fanno incantare. Saltiamo i Ragazzi della via Gluck che ancora parlano di Woodstock (due anni dopo!) e fiondiamoci sull’ultimo posto che è detenuto dagli Alluminogeni e da quel meraviglioso pezzo che è “L’amore è tutto qui” di Piero Ciampi. Con un arrangiamento un po’ strano che fa sembrare sfasate musica e cantato, e forse anche troppo breve per quegli anni, la prima (e per quanto ne so) unica partecipazione del livornese a un concorso canoro finisce come peggio non poteva. Ma tra due anni toccherà a qualcuno che diventerà ancor più famoso assaporare l’ultimo posto al “Disco per l’estate” (De Gregori se ci sei batti un colpo… thump!)…

L'amore è tutto qui
(Piero Ciampi)
nella versione di Chiara Galiazzo a Xfactor 2012



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Buon anno anche a te Sandro!

Dario C.

28/12/2012 20:04:34


Leggere questa storia delle canzoni eliminate a "un disco per l'estate" del '71"è stato per me da un lato come il seguire sul giornale la cronaca di un evento musicale della settimana scorsa, e dall'altro lato come il riprendere contatto, nella mente, con nomi sepolti sotto tanti strati di detriti di eventi consumatisi nei decenni. Franco IV e Franco I: me li ero completamente dimenticati, ed eccoli riapparire, col loro enigmatico nome e la loro simpatia. Grazie Dario, buon anno.

Sandro

26/12/2012 17:02:34


 
 

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