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14 gennaio 2014

Storia semiseria e disordinata della canzone italiana - Le classifiche di vendita all’inizio del ‘72

di Dario Cordovana



Inizia il 1972 e nelle classifiche di vendita si vede di tutto. C’è ormai la consapevolezza che i vecchi leoni della canzone italiana hanno bisogno dei Festival per vendere lo straccio di un disco. Grazie alla canzone orrida presentata a Canzonissima (“La cosa più bella”), persino Claudio Villa si riaffaccia in classifica.
Naturalmente Villa non è il solo a beneficiare della finalissima del 6 gennaio. Il primo a entrare in classifica è Massimo Ranieri (era quello che aveva avuto più cartoline, ricordate?), ma viene presto scavalcato dalla vincitrice “Chitarra suona più piano” di Nicola Di Bari, che resterà al primo posto per ben sei settimane consecutive. Meglio di Ranieri faranno alla fine anche “Sono una donna non sono una santa” di Rosanna Fratello e “Coraggio e paura” di Iva Zanicchi.
Per il resto le classifiche sono dominate dai grossi calibri. Per l’Italia vanno forte Lucio Battisti con “La canzone del sole” e Mina, dapprima un po’ timidamente con “Uomo” e poi da febbraio con il suo nuovo pezzo scritto da Tony Renis, “Grande grande grande” che resterà in classifica addirittura fino ai primi di luglio. In pratica ci vorrà il Disco per l’estate per far fuori questo pezzo, ormai diventato un evergreen della canzone italiana. Si confermano bene anche i Pooh, ormai dimentichi delle loro origini beat, che bissano il successo di “Tanta voglia di lei” con la nuova “Pensiero”, l’ultima con Valerio Negrini alla batteria, che dopo questo successo resterà dietro le quinte a fare il paroliere dei pezzi del gruppo e verrà sostituito fino in tempi recenti da Stefano D’Orazio.
Una bella accoppiata la mette a segno Raffaella Carrà con “Chissà se va” e “Tuca tuca” che in classifica sembrano andare a braccetto. Anche tra gli stranieri non mancano i grossi calibri visto che possono contare su John Lennon (!), Louis Armstrong (!!) e Mozart (!!!). “Imagine” penso che non abbia bisogno di presentazioni, presenza costante nelle classifiche italiane della prima parte del 1972,  ma solo una settimana al primo posto per colpa di Sanremo. Louis Armstrong ottiene un bel successo postumo (il grande jazzista è morto nel luglio del 1971) con “All the time in the world” e Mozart piazza in classifica un frammento della sinfonia numero 40 arrangiata con perizia per il pubblico dei giovani consumatori da Waldo De Los Rios.
Intanto per il Festival di Sanremo già infuriano le polemiche. Quella che sarà l’edizione che dà l’addio alla doppia esecuzione nasce sotto una cattiva stella:una commissione selezionatrice è incaricata di trovare le 28 canzoni adatte al Festival sulle 102 inviate da cantanti più o meno celebri. I risultati lasciano fuori molti grossi nomi che, alla guida di Claudio Villa (e di chi se no?) decidono di scioperare. Tra gli esclusi, oltre allo stesso Villa, ci sono Orietta Berti, Johnny Dorelli, Peppino Di Capri, Rosalino (futuro Ron) e persino Julio Iglesias. Alla fine lo sciopero rientrerà in extremis e tutto si svolgerà regolarmente. Ma pensate che davvero si sarebbe potuto rinviare il Festival di Sanremo?...



TANTA VOGLIA DI LEI
 - Pooh -



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