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22 novembre 2018

45 giri d’oro d’inizio 1974 (puntata n. 145)

di Dario Cordovana



Le classifiche dei 45 giri non potevano essere sconvolte da una Canzonissima pomeridiana ormai in crisi. La manifestazione serve però a riportare al primo posto delle classifiche Gigliola Cinquetti, grazie alla sua “Alle porte del sole” che scalza dal primo posto dopo dodici settimane consecutive “La collina dei ciliegi” di Lucio Battisti. Grande orecchiabilità e una arrangiamento al passo coi tempi: e in primavera bisognerà rappresentare l’Italia all’Eurofestival. Gigliola è tra l’altro l’unica che abbia vinto fino a quel momento la manifestazione e in Europa non si sono scordati di lei.
Ma torniamo alle classifiche: dapprima sembra che solo “Amicizia e amore” dei Camaleonti sia in grado di seguire la canzone vincitrice in classifica, poi col tempo viene fuori una canzone che era malamente uscita in semifinale: “Un’altra poesia” rappresenta ormai la giusta consacrazione degli Alunni Del Sole e del talento compositivo di Paolo Morelli. E salvo una più che fugace apparizione dei Vianella, per quanto riguarda “Canzonissima” è tutto qui.
E mentre il brano di Battisti, avendo già dato, scende inesorabilmente la graduatoria, chi resiste bene e a lungo (fino ai primi di maggio!), è “…e poi” di Mina, malgrado il primo posto sia destinato a rimanere una chimera. Un brano di Shel Shapiro e Andrea Lo Vecchio, caratterizzato da una ritmica accentuata, dalla vita discografica particolarmente lunga. Ancora in primavera Mina lo riproporrà a “Milleluci”, il suo ultimo spettacolo televisivo che la vedrà protagonista insieme a Raffaella Carrà.
In classifica anche i Pooh con “Infiniti noi”, un bel pezzo con arrangiamento orchestrale (il gruppo sembra solo far da supporto), tratto dall’album “Parsifal”. Per loro sarà l’ultima apparizione tra i primi otto fino al 1976. I loro brani, per quanto sempre interessanti, tenderanno a farsi sempre più complessi nello sviluppo, e sempre un po’ appesantiti dalla presenza dell’orchestra.
A febbraio entra in classifica “Prisencolinensinainciusol” di Adriano Celentano, un brano pubblicato in origine nel 1972 (ragazzi, d’accordo avere i riflessi lenti, ma qui si esagera!). Basato su come sentono la lingua inglese quelli che non la conoscono, aveva avuto successo dapprima in Francia e in Germania e persino negli Stati Uniti (un lusinghiero settantesimo posto). Uno dei primi rap della storia? Probabile. In Italia raggiungerà la quinta posizione.
Un altro successo in ritardo è quello di “Anima mia” dei Cugini di Campagna, che si era sentito in tutti i modi nell’estate 1973 senza sfondare e finalmente riesce a trovare la via delle classifiche nel marzo del 1974. Non riuscirà ad arrivare alla vetta solo per l’incredibile successo di “A blue shadow” di Berto Pisano (la sigla dello sceneggiato “Ho incontrato un’ombra”), ma terrà saldamente per diverse settimane la seconda posizione e resterà in classifica fino a luglio inoltrato.
Fatta menzione del buon successo di “Voglio ridere” dei Nomadi (sigla della penultima edizione del “Rischiatutto” di Mike Bongiorno), gli altri due successi italiani di cui non abbiamo ancora parlato in questo primo scorcio del 1974 provengono dall’anno precedente: per “Mi ti amo” di Marcella non si andrà oltre i primi di febbraio, “Anna da dimenticare” dei Nuovi Angeli” invece sarà una presenza costante in classifica fino a fine marzo, nemmeno disturbata dal nuovo singolo del gruppo, “Favola ‘73”, che non riuscirà ad entrare in classifica.
Tra i brani stranieri ce n’è uno storico: “I Can’t Get No Satisfaction” dei Rolling Stones, in una strana, ma indovinata versione country di un gruppo sconosciuto a nome Tritons. Dopo un po’ si scopre che i Tritons sono italiani, anzi provengono da una costola dei New Trolls, a quei tempi separati in diversi tronconi. Il cantante si fa chiamare Johnny e altri non è che Gianni Belleno. La suggestiva cover avrà successo anche all’estero (andrà al numero uno in Francia). Dopo il successo di “I Can’t Get No Satisfaction” opterà per una carriera solista a nome Johnny dei Tritons e ci riproverà con “Twist And Shout” dei Beatles (via Isley Brothers), ma con scarsa fortuna. Il gioco è bello quando dura poco…

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Correggo anch'io un errore, "Voglio ridere" è stato la sigla dell'ultima edizione di "Rischiatutto" non della penultima. Ogni tanto qualcosa sfugge.

Dario Cordovana

27/11/2018 18:41:18


Grazie per la segnalazione. Ovviamente si trattava di un refuso. Corretto

Administrator

26/11/2018 09:01:40


Naturalmente per “A blue scado” si intende "A blue shadow"...

Sde

23/11/2018 17:00:03


 
 

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