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1 novembre 2007

Casotto

di Davide



Quanti di noi si sono sentiti “inadeguati” davanti al pluripremiato film coreano, quanti si sono addormentati davanti a mistici paesaggi orientali avvolti da silenzi “carichi di significato” svegliandosi poi in preda a sussulti pieni di vergogna fulminati dallo sguardo accusatore e sconcertato del vicino, quanti hanno provato quel senso di impotenza e rassegnato sconforto davanti ai capisaldi della cinematografia est – europea anni ‘70 e ’80 (Waida, Kieslowski) convinti di essere davanti a un capolavoro (“….ma porca…lo dicono tutti…allora sono io che non capisco…”) sentendosi di contro più arido di un cactus in pieno deserto…..
Allora fratelli di sventura unitevi a me… questa nuova rubrica fa per voi…usciamo allo scoperto dopo anni di tristi tentativi, di finto entusiasmo, di lacrime che dietro la falsa commozione nascondevano vera disperazione per tre ore della propria vita ormai definitivamente perse, apriamo la finestra del nostro ufficio ed urliamo a squarciagola il motto liberatorio “la corazzata Potionchin è una cagata pazzesca”…..seguiranno 30 minuti ininterrotti di applausi solidali e commossi.
Non abbiate paura.. non si tratta di una tarantiniana rivalutazione delle giovannone e delle ubalde (che però…a loro modo), ma di film il cui filo conduttore è la qualità dietro l’apparente semplicità e “normalità”, dietro, in certi casi, l’eccesso, o, più semplicemente, pellicole che hanno segnato la mia adolescenza, la mia “formazione”(uuuuhhhh…esagerato), insomma che mi sono piaciuti in maniera particolare, che cito e ricordo spesso, visti perlopiù quando le tivù nazionali e locali trasmettevano, magari in seconda serata, grandi classici soprattutto della cinematografia italiana, da Bertolucci a Scola, mentre oggi ci rifilano grandi fratelli, scoop vespiani e gli indimenticabili "Bellissimi di Rete 4".
Il film di oggi è “Casotto”.
Un film di Sergio Citti, girato nel 1977, praticamente unico nel suo genere per tanti motivi; quello che balza all’occhio a primo impatto è lo straordinario cast che annovera figure di primissimo piano del cinema e del teatro italiano e non, veri e propri divi o che lo sarebbero diventati da li a poco, che prestano la loro arte per impersonare personaggi improbabili e grotteschi ed animare il set protagonista del film, appunto il casotto.
Si tratta di una grande cabina – spogliatoio da dove passa un’umanità varia senza un filo conduttore comune se non proprio quello del casotto che diventa il palcoscenico dove si mette in scena la vita di tutti i giorni con le sue miserie.
C’è una famigliola composta da nonno, il grande Paolo Stoppa, nonna, nipotino abruzzese in vacanza, un giovanissimo Michele Placido e nipotina, una ancora più giovane Jodie Foster fresca di Oscar e destinata a brillare nel firmamento cinematografico mondiale; la giovane ragazza è incinta e il nonno invano cercherà di “appiopparla” al nipote stupidotto, interessato solo a consumare fettine panate e giocare con la palla.
C’è un liquidatore di una assicurazione, Ugo Tognazzi, che viene circuito da due prestanti signore, le sorelle Anna e Mariangela Melato, per carpirgli i soldi contenuti in una misteriosa valigetta (toh, sembra quella altrettanto misteriosa di Pulp Fiction), salvo scoprire che la sua incorruttibilità è garantita da una robusta cintura di castità.
Ci sono due fidanzatini clandestini, due parrucchieri, lei magra e giovane lui grasso e attempato, il mitico Carlo Croccolo “spalla” di tanti films di Totò, che tentano invano di consumare i propri ardori, continuamente disturbati e infine bruciati irrimediabilmente dal sole senza, quindi, potersi toccare.
Ci sono due benzinai squattrinati, Franco Citti, fratello del regista, e Gigi Proietti, che tentano di rimorchiare due signorine, definite poi “barattoli”, l’ultimo dei quali diverrà poi oggetto delle avances del nonno Stoppa che riesce a rifilargli la nipotina e, di conseguenza, la paternità del “frutto del peccato”.
Il cast tecnico è di altrettanto valore composto in linea di massima dalla troup solita di Pier Paolo Pasolini, ovviamente Franco Citti, Ninetto Davoli, Vincenzo Cerami, c’è Tonino Delli Colli, c’è anche Graziella, la nipote di Pasolini, e c’è Umberto Angelucci, che era l’aiuto di Pasolini e che poi ha fatto l’aiuto di Ricomincio da tre di Troisi.
Non stò qui ad elencare tutti gli altri personaggi, (una squadra di calcio femminile, uno strano prete, due giovani militari, tra i quali un irriconoscibile Massimo Bonetti, etc.) né da descrivere l’incessare degli eventi spesso grotteschi e strampalati. Restano nella memoria alcune indimenticabili scene cult : i due corpi completamente nudi ed ustionati dei fidanzatini clandestini, con un orrendo Carlo Croccolo in piedi su uno sgabello per non urtare lei nell’amplesso, dal laido corpo completamente arrossato eccetto il netto segnale della catenina con crocefisso; Placido che indossa il costume lasciando di fuori un testicolo, osservato dal nonno che scocciato lo riprende : “’a palla, ‘a palla” e lui :”si nonno, vado a giocare con la palla sulla spiaggia” ed il nonno ormai rassegnato :”no, no, ‘a palla dè fora); sempre Placido che entra trafelato nel casotto per mangiare di nascosto una fettina panata preparata dalla nonna per il lauto pranzo che, scoperto da Jodie Foster, nasconde quanto rimasto nel costume venendo poi in maniera imbarazzante e addirittura piacevole leccato “proprio lì” dal cane di famiglia affamato; all’avventura del benzinaio Proietti che si accorge spogliandosi di avere i piedi tinti di blu dalle calze, che per non fare brutta figura inscena un litigio con l’amico correndo verso la battigia ma urta su un pattino di passaggio, svenendo, facendo un allucinante sogno in cui, inoltre, appare una bellissima Catherine Deneuve, e venendo poi soccorso dai bagnanti che vedendolo scambiano il colore dei piedi per un imminente peggioramento delle condizioni circolatorie dovute alla “capocciata”.
Queste sono solo alcuni dei quadri che si presento agli occhi sgomenti di voi spettatori (c’è anche il cane del nonno Stoppa, causa di innumerevoli guai che ricadono però sempre sul grosso e peloso bastardo di colore nero che alla fine del film stanco di essere regolarmente menato si vendica mangiando il responsabile dei suoi dolori), ma vi assicuro che ben presto dopo un primo momento di disorientamento vi troverete calati in questo mondo fantastico, in questo circo surreale ed impossibile che alla fine della visione, dopo il diluvio della pioggia purificatrice, vi lascerà dei ricordi, dei flash, delle immagini che ripensate e “digerite” successivamente faranno di “Casotto” uno dei vostri film “indimenticabili”.
Io stesso dopo tanti anni, seduto nello splendido scenario del teatro greco di Taormina, al buio, di fronte alle suggestive luci di Catania illuminata e dell’Etna scintillante di una spettacolare eruzione, sulle gradinate, durante la rappresentazione dell’”Uomo dal fiore in bocca” di Pirandello con Michele Placido nella parte del protagonista, mentre il grande interprete declamava serio e con magniloquente impostazione i versi dolenti della sua triste vicenda, non ho potuto fare a meno di pensare, gridandolo dentro di me :”Michè…Michè…..’a palla, a palla dè fora”.
P.S.
Una curiosità : il film era stato fortemente voluto e sponsorizzato da Marcello Mastroianni che avrebbe dovuto recitare la parte di Tognazzi, e così il fatto che il suo nome era circolato nell’ambiente è stato poi la causa scatenante di tanta disponibilità di grandi nomi per un cast che rischiò di divenire troppo “gonfio” (doveva partecipare anche Sofia Loren) tanto da far dire allo stesso Citti : “Era nata una cosa così, come si dice, una solidarietà, una riffa… Come quando è successo il terremoto che tutti hanno mandato gli stracci… Ma molto carinamente, tutti. (…) Tanti l’ho dovuti eliminà perché non sapevo che fargli fà, è stata ‘na cosa irripetibile. Nel contesto di come lavoravamo noi, dove non c’erano sdraie, dove non c’era la roulotte, dove non c’era il truccatore che stava sempre intorno, tu vedi gli altri che fanno così e tu ti adatti come gli altri, anche se sei un divo, una diva…”






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Commenti lasciati per:

Casotto
 

 

Complimenti per il bellissimo articolo che ci fa venire nostalgia per un periodo forse a torto sottovalutato.
Non ricordavo ci fossero così tanti attori importanti: c'era pure Jodie Foster!!

Marcello

02/11/2007 17:54:59


 
 

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