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10 dicembre 2013

A SCUOLA DI ROCK 7 - JOHN LENNON

di Dario Cordovana



La carriera solista di John Lennon inizia un po’ prima dello scioglimento dei Beatles. La prima cosa che lo spinge a un progetto fuori dal gruppo madre è l’incontro con l’artista d’avanguardia giapponese Yoko Ono, donna intelligente di 7 anni più vecchia, di cui si innamora. Mentre il matrimonio con Cynthia Powell va a fondo, John e Yoko, in una notte realizzano “Two Virgins”, che fa più scalpore per la copertina che li ritrae in versione originale senza sottoabiti, piuttosto che per il contenuto, sperimentale quanto mai. Stesso taglio viene dato al seguente “Life With The Lions” che esce per la sottomarca Zapple destinata dai Beatles a progetti sperimentali (3 in tutto le uscite) e presenta la lunga digressione “Cambridge 1969”, nella quale le urla lancinanti di Yoko sono accompagnate dal feedback della chitarra di John e dal sax di John Tchicai. Tutto l’album è impregnato dalla tristezza dovuta a un aborto subito da Yoko. Anche il seguente “Wedding Album” non esce dai canoni dello sperimentalismo e va letto quasi come un giornale che racconta l’attivismo della coppia a favore della pace, tramite iniziative varie tra cui il famoso bed-in all’hotel Hilton di Amsterdam.
Naturalmente questi album vendono pochissimo, chi vuole ascoltare musica un po’ più fruibile dal John solista si deve scontrare con la durezza di “Cold Turkey” (un metodo per astenersi dalla droga), l’inno pacifista “Give Peace A Chance” e l’instant single “Instant Karma”.
Dopo un live registrato a Toronto, in occasione della partecipazione dei coniugi Lennon ad un raduno di vecchie glorie rock’n’roll, con una band improvvisata, la Plastic Ono Band, formata da Eric Clapton, Klaus Voormann e il futuro Yes Alan White, il primo album di studio dopo lo scioglimento dei Beatles ha per titolo “John Lennon/Plastic Ono Band” ed è gemello di un album dal titolo analogo di Yoko Ono.
E’ un album prodotto da Phil Spector, che presenta John come se fosse da uno psicologo. I testi sono i più personali della sua carriera, numerosi i riferimenti alla madre Julia, investita da un’auto nel 1958 proprio mentre John stava riprendendo i contatti con lei (Lennon dopo la separazione dei genitori è stato cresciuto dalla zia Mimi), ma inevitabilmente anche l’amore per Yoko fa capolino nella spietata ma determinata “God”, nella quale John mette in discussione tutti i miti veri o presunti suoi o degli altri: “I don’t believe in Jesus/I don’t believe in Elvis… I don’t believe in Beatles”. Lui crede solo in se stesso e in Yoko ed è questa la realtà. Il sogno è finito.
Il disco seguente, sia pur tramite arrangiamenti più ricercati ne è la diretta prosecuzione. Il pezzo che dà il titolo all’album, “Imagine” diventa una delle più famose canzoni della storia del rock, una canzone sulla pace ad ogni costo, ma anche il resto dell’album si mantiene all’altezza, dalla splendida “Jealous Guy”, rimaneggiamento di un brano composto in India con i Beatles, all’energica “Gimme Some Truth”. C’è persino un attacco al vetriolo al suo vecchio compagno Paul (“How Do You Sleep?”), in un anno, il 1971, che rappresenta il nadir dei loro rapporti interpersonali. Dopo un singolo natalizio, la celebre “Happy Xmas (War Is Over)”, la coppia lascia l’Inghilterra per trasferirsi a New York.
Dopo aver raggiunto la vetta delle classifiche con “Imagine”, John, che non si è stancato di fare l’attivista ed è guardato con sospetto anche dall’F.B.I., pubblica con Yoko “Some Time In New York City”, con la copertina a forma di prima pagina di quotidiano, che risente un po’ troppo dell’urgenza di trattare certi temi. L’ispirazione è altalenante.
Appena il tempo di completare il successivo “Mind Games” (le carriere dei due sposi tornano a separarsi) che Yoko lo butta fuori di casa, lo stress del vivere insieme 24 ore su 24 comincia a farsi sentire. In questo periodo durato circa un anno e mezzo e chiamato a posteriori “Lost Weekend”, Yoko affida John alle cure della sua segretaria May Pang, con cui stabilisce una relazione. Pang è nota per essere una ragazza forte e John ha bisogno di una persona così, perché in alcune occasioni, insieme a compagni di bevute quali Harry Nilsson e Keith Moon, perde proprio la testa. E così anche un progetto che inizialmente poteva avere un suo fascino, quello di riprendere, sotto la produzione di Phil Spector, dei classici del periodo d’oro del rock’n’roll, naufraga malamente e viene momentaneamente accantonato.
Ritrasferitosi da Los Angeles a New York, John cerca di mettere ordine nella sua vita, riprende il controllo di se stesso ed incide “Walls And Bridges”, che risente negli arrangiamenti dell’influenza di certa musica americana contemporanea. Presente un duetto con l’astro del momento, Elton John, che scommette con Lennon che il singolo “Whatever Gets You Thru The Night” arriverà al numero uno delle classifiche. John è scettico ma accetta la scommessa e la perde e deve pagare pegno. Il 28 novembre 1974 partecipa a un concerto di Elton al Madison Square Garden cantando tre pezzi. Sarà la sua ultima esibizione dal vivo.
Tornato con Yoko all’inizio dell’anno seguente, riesce a completare l’album “Rock’n’roll”; poi, la nascita del figlio Sean lo persuade ad una lunga pausa: per cinque anni fa solo il padre, si occupa del figlio e impara a fare il pane. Poi il ritorno nel 1980, in piena new wave, con un disco domestico registrato con Yoko. Il titolo è “Double Fantasy” ed i pezzi di John e Yoko un po’ stridono messi accanto gli uni agli altri. Quelli di John sono spesso legati alla musica della sua adolescenza (vedi il singolo “Startin’ Over”), mentre quelli di Yoko sembrano più al passo con i tempi. Ad ogni modo non c’è neanche il tempo di metabolizzare il suo ritorno che John cade sotto i colpi di un autodefinitosi fan (e meno male…), l’8 dicembre 1980.
La disperazione di un mondo privato di un’icona così grande porta “Double Fantasy”, i suoi singoli e tanto altro materiale anche antologico in vetta alle classifiche. L’eredità di John Lennon sarà tutelata abbastanza bene dalla moglie. Di rilevante ci sarà soprattutto l’album postumo “Milk And Honey”, già progettato e in parte registrato dalla coppia, e il cofanetto “Anthology” che contiene tutto il desiderabile non ancora pubblicato su John, demo inediti compresi. E la leggenda continua….

3 dischi da avere: John Lennon/Plastic Ono Band, Imagine, Double Fantasy.

1 disco da evitare: Acoustic.

STARTING OVER
John Lennon


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Commenti lasciati per:

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sì, musicalmente "Starting Over" è proprio un bel ritorno, come dici tu, alla fase 'adolescenziale' dell'itinerario lennoniano, cioè non ai primi inizi e neppure alla maturità degli anni '66-70.

Sandro

23/12/2013 16:44:05


Certo Sandro, io mi riferivo principalmente alla musica. Per quanto riguarda i testi era effettivamente una ripartenza dopo 5 anni in cui John aveva solo fatto il padre di famiglia.

Dario C.

21/12/2013 23:28:43


Grazie Dario, per questa chiara messa a punto su Lennon. Condivido la scarsa coerenza musicale sulle canzoni di JL e di YO nell'ultimo LP. Secondo me però Starting Over non dice solo del voler ripartire dalla propria gioventù, ma anche del voler ricominciare su basi nuove e più mature con Yoko. Il destino ha troncato questo possibile nuovo inizio.

Sandro

15/12/2013 22:32:56


Il tuo articolo giunge e proposito: proprio oggi su SKY ARTE c'era un bellissimo documentario sulla vita di John Lennon post-beatles.
Grande Dario!

Marcello

14/12/2013 12:34:51


 
 

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