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30 dicembre 2015

RITORNA GIANNI NAZZARO

di Dario Cordovana



Secondo appuntamento con la rassegna palermitana “Ritornano gli anni sessanta”, a base di protagonisti d’epoca della musica leggera italiana. Questa volta è stato Gianni Nazzaro ad allietare il tardo pomeriggio dei convenuti (invero abbastanza avanti negli anni). Al di là del fatto che Nazzaro con gli anni sessanta c’entra relativamente, visto che la sua carriera è realmente decollata all’inizio dei settanta, il cantante napoletano si è dimostrato artista poliedrico e il suo modo di darsi al pubblico ha ricordato spesso quello di un altro celebre partenopeo, Massimo Ranieri.

Gianni ha cantato le canzoni più celebri del suo repertorio, alcune in medley, come il trio di pezzi presentati a Canzonissima ’74 (“Questo sì che è amore”, “Piccola mia piccola”, e “Signora, addio”, che altro non era che la celebre “Signora mia” portata al successo da Sandro Giacobbe, con testo leggermente diverso), o un altro contenente due pezzi di Don Backy, “Bianchi cristalli sereni” e “Miracolo d’amore” (qualcuno la ricorderà come sigla finale dei telefilm della serie “All’ultimo minuto”) e la sempre apprezzata “La nostra canzone”.

Un posto particolare è stato riservato a “A modo mio”, il pezzo preferito di Gianni Nazzaro su sua stessa ammissione, e che porta la firma di Claudio Baglioni. Per eseguire il brano Nazzaro si è preso uno sgabello, si è seduto dopo aver appeso la giacca all’asta del microfono e … ecco qua sembrava proprio Massimo Ranieri!

Ma era tra un brano e l’altro, quando Nazzaro raccontava gustosi episodi della sua carriera artistica, che veniva fuori la sua poliedricità. Non scordiamoci che Gianni è anche un bravo imitatore e che quindi se deve raccontare una storia la sa condire con le voci adatte. Anche i componenti del gruppo che lo accompagnava gli tenevano botta, intervenendo in modo parco, ma efficace.

Ovviamente non poteva mancare “Quanto è bella lei”, canzone vincitrice del “Disco per l’estate” del 1972 e riproposta nel finale in chiave scherzosamente rap (!). Un discorso a parte va fatto per “Vino amaro”, canzone proposta senza fortuna a “Canzonissima ‘72”, ma che si prese una rivincita vincendo un festival in Jugoslavia. Il pezzo porta la firma di Pace-Panzeri-Pilat, che all’epoca andavano per la maggiore, ma a distanza di tanti anni non sembra invecchiato bene (trattandosi di vino amaro glielo possiamo perdonare).

Anche stavolta il pubblico ha avuto occasioni per cantare, tra un omaggio a Lucio Dalla (“Caruso”), uno a Modugno (“Meraviglioso”), uno ai Nomadi (ancora “Io vagabondo”!) e persino “Perdere l’amore”, canzone che Nazzaro avrebbe voluto presentare al Festival di Sanremo del 1987, ma era stata scartata, salvo poi essere accettata l’anno dopo cantata da Massimo Ranieri, che l’avrebbe addirittura portata alla vittoria finale! Certamente un’occasione mancata per il rilancio della carriera del nostro che a Gianni non è ancora andata giù.

Insomma un concerto molto piacevole per il quale, come ha fatto Nazzaro che l’ha chiamata sul palco, bisogna ringraziare il direttore artistico Luciana Turina, anche lei sempre divertente (“Gianni mi ha detto una cosa nella recchia che non vi posso riferire!”). Adesso si attendono i prossimi appuntamenti con Dino, Wilma Goich, Luciana Turina e Paolo Mengoli insieme, e poi Bobby Solo. E con un appuntamento extra previsto il giorno prima del concerto di Wilma Goich: la Little Tony Family!

 

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