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6 febbraio 2022

Sanremo 2022: Allegria obbligatoria

di Dario Cordovana



Grande successo di audience per il terzo Festival consecutivo targato Amadeus. Quest’anno, come mai da tanti anni, il Festival sembra aver calamitato l’attenzione di una grande massa di pubblico. Nei social era tutto un susseguirsi di commenti, classifiche, voti e previsioni. La domenica, dopo la vittoria largamente annunciata di Mahmood e Blanco tutti a scrivere “Io l’avevo previsto” (Capirai che sforzo…). Se l’anno scorso si parlava di opportunità del fare il Festival, con una pandemia che cominciava appena appena ad essere attenuata dalle prime vaccinazioni, quest’anno si vedeva chiara, tangibile, una voglia di rinascita, con la ritornata presenza del pubblico in sala e la voglia di ballare e di stare insieme. D’altra parte, qualcuno ha scritto giustamente che con le discoteche ancora chiuse, il Teatro Ariston era uno dei pochi luoghi in cui si potesse ballare.

Questa voglia di rinascita è stata ben interpretata da Amadeus che ha fin dal primo momento indicato il Festival come contrassegnato dall’allegria. Anche buona parte delle canzoni si sono adeguate a questo dettame e mai come quest’anno più che a Sanremo pareva di essere al Festivalbar, con la ricerca quasi spasmodica del tormentone, manco fossimo a maggio invece che ai primi di febbraio.

Molti cantanti tra i selezionati erano esordienti e scelti tra quelli che tra i giovani si sono fatti largo a furia di visualizzazioni su YouTube. Idoli dei giovanissimi come Blanco, Sangiovanni e AKA 7even hanno fatto la loro comparsa, facendosi conoscere anche dal grosso pubblico. Alla fine Blanco ha pure vinto con Mahmood e la canzone “Brividi”, un’accoppiata che è apparsa subito fortissima e apprezzata quasi in modo plebiscitario. Stupisce che alla fine non abbia vinto nessuno dei premi collaterali andati invece a Massimo Ranieri (premio della critica “Mia Martini”), Gianni Morandi (premio Sala Stampa “Lucio Dalla”), Fabrizio Moro (premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo), Elisa (premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale) e Giovanni Truppi (premio Lunezia per il valore musical-letterario - ??? -).

Al secondo posto si è piazzata, anche qui come da previsioni, Elisa con “O forse sei tu”, un brano ben costruito che non ha certamente deluso (magari avrebbe potuto scegliere una cover migliore di “What A Feeling”, ecco, quello sì).

Terzo posto per un convincente Gianni Morandi, che mancava dalla gara dal 2000. L’avevamo lasciato con “Innamorato” che era una canzone che avrebbe fatto la sua figura nel repertorio di Mino Reitano, lo ritroviamo nel 2022 con “Apri tutte le porte”, scritta da Jovanotti e arrangiata coraggiosamente come se fossimo ancora nel 1967 (magari da lassù Rocky Roberts e Nino Ferrer si saranno divertiti). Mi sono chiesto che effetto avrebbe fatto sui giovanissimi sentirla, ma pare che ormai questi ultimi siano abbastanza disponibili nei confronti di questi mostri sacri della canzone italiana, purché abbiano qualcosa di “consumabile” da proporre. Jovanotti poi è comparso come compagno di duetto a sorpresa di Gianni nella serata delle cover, e con una mancanza di delicatezza nella stessa serata Amadeus lo ha pure richiamato a fare l’ospite speciale. Alla fine il loro medley tra due canzoni del Gianni (“Occhi di ragazza” e “Un mondo d’amore”) e due del Jova (“ Ragazzo fortunato” e “Penso positivo”) ha vinto la serata delle cover, ma d’altra parte a Morandi sembrava di essere dentro uno dei tanti spettacoli musicali organizzati con i duetti tra le star, quanti ne avrà fatti?

Del look dei vari cantanti credo sia inutile parlare, ormai siamo alla gara di chi gioca a stupire di più il pubblico e prima o poi si arriverà davvero alla situazione preconizzata da Woody Allen nel film “To Rome With Love”, nella quale il cantante (d’opera) in quell’occasione, si faceva portare in scena mentre faceva la doccia. Blanco aveva dichiarato che lui e Mahmood si sarebbero presentati in mutande e calzini, ma con un pezzo destinato a vincere il Festival un ragazzo di 18 anni davvero è disposto a rischiare fino a quel punto? Questo del look alla fine è un fenomeno passeggero che avrà termine quando alla fine non si stupirà più nessuno e tornerà ad essere originale presentarsi vestiti da gran sera (ci stiamo arrivando).

Il livello generale delle canzoni non è sembrato tale da giustificare un numero così elevato di partecipanti, venticinque, uno meno dell’anno scorso. A memoria non ricordo di serate di Sanremo zoppicanti per numero di partecipanti, 12 nella prima e 13 nella seconda, ma Amadeus non è tipo che badi a queste cose. La causa è stata l’ammissione in extremis di un terzo giovane dal programma “Sanremo giovani, che inseriva in gara con i big tre cantanti di belle speranze (la categoria a parte è stata quest’anno abolita, speriamo definitivamente).

Alla fine dei tre l’unico a fare una figura decente è stato l’anemico Matteo Romano (e fatelo mangiare ogni tanto ‘sto ragazzo!), bravo anche al cospetto di Malika Ayane e della cover di “Your Song” di Elton John. Deludenti invece Yuman, detto “Baloo”, che ha anche presentato la versione più piatta della storia di “My Way” e Tananai che potrà raccontare un giorno ai nipotini di quando a Sanremo riuscì ad arrivare, lui solo, dietro all’impresentabile Ana Mena.

Contrariamente alle aspettative il rock non è atterrato a Sanremo, malgrado il grande successo dei Maaneskin. Tracce rinvenute solo nel pezzo delle Vibrazioni, “Tantissimo”, chiaramente nello stile dei Muse, che però è arrivato solo ventiduesimo e nella canzone di Rkomi (che avrà scelto questo pseudonimo per qualche motivo, ma non mi chiedete quale), “Insuperabile”, un misto di rap, canzone all’italiana e appunto una spruzzatina di rock. Non insuperabile, ma abbastanza originale.

Giovanni Truppi, l’uomo in canotta, ha rappresentato, unico e solo, la canzone d’autore, creando un ingorgo di parole al quale dava respiro solo il ritornello. Comunque da ascoltare.

Ci sarebbe da dire anche dell’operazione fatta a tavolino che ha costruito il duetto tra Ditonellapiaga (ma se una si chiama Margherita Carducci si deve volere proprio male per scegliere uno pseudonimo del genere), esordiente di belle speranze, ma non con una fama consolidata al punto di guadagnarsi il diritto di finire tra i big, e Rettore, che probabilmente non era in grado di reggere da sola il peso del Festival. Entrambe hanno un disco in uscita a breve, ma “Chimica”, per quanto carina e coinvolgente ci dice poco sulla cifra artistica della prima delle due artiste menzionate.

Adesso bisognerà aspettare il verdetto del pubblico che visualizza questi brani, ma sono certo che sarà positivo, perché la voglia di normalità e di tornare a divertirsi è tanta. Al prossimo anno!

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Sanremo 2022: Allegria obbligatoria
 

 

Corretta la svista riguardante la canzone di Morandi.

Amministratore

08/02/2022 17:02:08


Errata corrige: "Innamorato" di Gianni Morandi era una canzone del 2000 e non del 1998. Grazie a Fabio per la segnalazione. Chiedo scusa per la svista.

Dario C.

07/02/2022 12:19:39


 
 

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