CATEGORIA MUSICA
29 maggio 2008
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Il terzo Beatle: George Harrison
di Gigliola Siragusa
Sono cresciuta a pane e Beatles e me ne vanto! Indefinibili, originali, dalla musicalità eclettica, sempre attuali e soprattutto, fino ad ora, ineguagliabili, i Beatles hanno rivoluzionato i canoni della musica popolare esprimendo in pieno, con il loro stile di vita, i fermenti di un epoca in cui venivano ribaltati senza pietà determinati valori e comportamenti sociali. Infatti, nell'arco di un decennio, ci si è trovati di fronte a fenomeni quali la beat generation,la contestazione giovanile ed il '68 che hanno stravolto "le regole del mondo". Per me che allora ero appena una ragazzina, il simbolo di tutto ciò sono stati loro, i quattro di Liverpool dagli abiti trendy ed i capelli a caschetto! Il ricordo più vivido che mi è rimasto di quel periodo fa riferimento alla scelta di un beatle prediletto da parte di noi ragazzine: inutile dire che il più gettonato era Paul, "il bello" del gruppo, io invece, volendomi distinguere avevo scelto George che, a tutt'oggi, è rimasto nel mio cuore. Di lui voglio parlare: a tribute to George! "Here comes the sun" dice una delle sue più conosciute canzoni scritta nel lontano 1968. L'album di cui fa parte è il mitico Abbey road, l'ultimo effettivamente inciso dal gruppo in uno studio prima della loro separazione e del definitivo Let it be. Con questo brano il terzo Beatle ( così veniva infatti chiamato) ci regala uno splendido e quanto mai semplice inno alla vita. I toni delicati di questa melodia che George dice essere nata sotto la diretta influenza dell'amico Eric Clapton,vengono impreziositi da un controtempo nel ritornello che la rende veramente speciale. La semplicità delle parole compendia il tutto: siamo di fronte ad un piccolo capolavoro di musicalità che trasmette sensazioni di energia positiva a chi la ascolta... George Harrison oltre che abile chitarrista e valido compositore (voglio sottolineare che "Something" è stato uno dei brani più amati dal pubblico) merita di essere ricordato per le innovazioni musicali apportate alle sonorità dei Beatles e per la sensibilità e l''umanità che lo hanno sempre contraddistinto: potremmo definire il suo "Concert for Bangladesh" come il primo Live Aid nella storia della musica. E' stato sicuramente il meno divo dei quattro perchè caratterialmente più riservato, ma forse è proprio questo il motivo della sua grandezza: aver vissuto nel " material world" non dimenticando mai di trascurare il cuore e l'anima. " Here comes the sun", ecco il sole, grazie
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Commenti lasciati per: Il terzo Beatle: George Harrison
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Io l'avevo sempre considerato un pò figlio di un dio minore e invece... |
05/06/2008 06:29:52
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Mi confusi, volevo dire While my guitar gently weeps (i titoli erano entrambi lunghi, però). Betty l'ho momentaneamente chiusa in soffitta, dopo l'ultima stupidaggine che mi ha fatto combinare. Ma non temere...alla fine la perdono sempre! |
02/06/2008 15:53:01
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cara Daniela non vorrei dispiacerti con quello che sto per dirti adesso: The long and winding road l'ha scritta il bel Paul,tuo primo amore e maestro d'inglese...sono in attesa di una storia di Betty Boop |
01/06/2008 21:29:40
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Anche io sono cresciuta a pane e Beatles, anzi posso dire che i Beatles sono stati i miei primi insegnanti di inglese!!! E anche se confesso che ero innamorata del bello Paul, col tempo ho imaparato a "scoprire" George, che ha scritto alcuni dei tesori più belli dei Beatles: Something, The Long and Winding Road... |
01/06/2008 19:17:32
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