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9 marzo 2009

IL NUOVO PIANO CASA DEL GOVERNO E IL SUO TRIBUTO ALLA CREATIVITA’ MERIDIONALE

di Davide



La crisi economica si è ormai diffusa in tutto il mondo colpendo duro soprattutto le economie occidentali o comunque che affidano le loro sorti al più spinto capitalismo e che dai suoi meccanismi perversi sono state travolte. Tutti i governi studiano misure urgenti che tamponano questa terribile emorragia e che danno respiro alle economie locali. Finissimi economisti e tecnici specializzati prestati alla politica alacremente al lavoro (parola grossa in verità) dibattono su temi e progetti che però spesso si discostano dalla reali esigenze del popolo e dei lavoratori.

Ma finalmente una iniziativa che esalta lo spirito intraprendente della italica inventiva, ma soprattutto un tributo al grande contributo del popolo meridionale alla cultura italiota del saper vivere. E d'altronde un  grande amante della meridionalità e dei meridionali, come il nostro Presidente del Consiglio, fine chansonnier partenopeo, i cui amici, dai consiglieri politici agli stallieri, sono quasi tutti del sud, e soprattutto siciliani, che deve le sue fortune elettorali passate e presenti alla generosità di una regione devota, oltre ogni ragionevole decenza, come la nostra amata Sicilia, culla della inciviltà, non ispirarsi, non guardare in questo momento di bisogno all’insegnamento del popolo che meglio rappresenta l’arte di arrangiarsi, di aiutarsi, di fottere, insomma il “savuar fer” che ci ha portato dove siamo e chissà forse, un domani, ai più bassi livelli che ogni regione si auspicherebbe. Per decenni la cultura architettonica ed artistica moderna e poi contemporanea si è dibattuta tra razionale ed organico, tra forme essenziali, pure e morfologie che nascono da e con la natura ed in essa si integrano e si esaltano. E durante tutto ciò, a fronte della lotta culturale a colpi di capolavori del costruire, a segni che hanno sconvolto i territori con edifici strabilianti ed immortali, ma spesso distanti dalla comprensione popolare, le nostre beneamate città del sud si sviluppavano da una parte in mano a benefattori palazzinari dall’altra lasciata democraticamente alla creatività della gente semplice e volenterosa. Nasceva e si sviluppava, allora come ora, la vera architettura organica, quella spontanea, che nasce da se, mattone su mattone, o meglio, come noi simpaticamente diciamo, “patatune su patatune”.
Ma che cos’è stu “patatune”.
E’ quel bellissimo blocco di tufo giallastro con il quale si costruivano i muri delle nostre case e che contraddistinguevano, ora come allora, le facciate delle nostre periferie. Cruillas, Falsomiele, Brancaccio, un tempo umida e impervia campagna, diventavano città e metropoli moderna grazie alla laboriosità da formiche, ma che dico formiche, da scarafaggi, di cittadini che forti delle loro braccia e del paterno e amoroso sguardo disinteressato dei governi cittadini hanno iniziato a costruire prima il nucleo centrale, “u stanzuni”, fatto appunto di “patatuni gialli” intonacati grezzi nella facciata principale, l’ingresso, e lasciati con tecnica “a faccia vista” negli altri prospetti, soprattutto sul retro, per distinguerlo da quello appunto principale, con un buco per entrare e un finestrone per respirare. Ovviamente il tutto poggiava sul terreno dove si “incementava” una sorta di zatterone dove mettere i mattoni. Appare quantomeno offensivo parlare di fondazioni o pilastri a chi affidava la sorte e la vita di se stessi e dei propri cari alle miracolose capacità statiche del “patatuni” che abbinato alla “cuacina” diventava solidissimo e indistruttibile, e se non era caduta ancora la muraglia cinese…..Poi aspirazione di civiltà voleva che si ricavasse successivamente un corpo annesso per farci il cesso, quindi, accocchiati soldi abbastanza si annetteva un'altra stanza, la camera da letto che finalmente si smarcava dalla cucina, divenendo luogo di ammucchiate familiari e non. Il mostro così, in maniera auto poietica, come le spore, partoriva altre sue parti fino alla comparsa della tettoia sulla terrazza dove si saliva da una improvvisata scala esterna che contribuiva al mutamento del linguaggio compositivo di riferimento, dal cubo mesopotamico al castello gotico nordico pieno di corpi aggettanti. Che adesso diventavano torrette quando la tettoia diveniva il principio della fine, l’avvio del processo di sopraelevazione che trasformava “u stanzune” nella reggia che ognuno di noi sogna e merita. Dopo l’american dream, il sicilian dream, la dimostrazione che partendo da zero ogni buon siciliano con un pezzo di terra lasciato dal nonno può divenire un palazzinaro. E ovviamente questo modello “organico” è stato esportato con successo nei villini di campagna e a mare di quasi tutti i palermitani che si rispettano, da Bolognetta a Villagrazia di Carini secondo una pianificazione che ha fatto scuola anche tra i più grandi urbanisti degli ultimi decenni.
E’ quindi un onore che anni e anni di stratificazione culturale e sociale nel campo delle costruzioni abbia oggi nel tremila ispirato il nostro Presidente del Consiglio per farne una nuova opportunità di sviluppo, ricchezza e crescita del nostro Paese in questo momento difficile.
Il piano casa è l’ultimo parto della dangerous mind del nostro Cavaliere per far ripartire la nostra economia, per dare fiducia ed ottimismo. Ogni famiglia potrà aumentare la cubatura della propria casa del 20 – 30%, potendo finalmente dare spazio ai nuovi arrivati e soprattutto alla propria creatività. Via a sopraelevazioni e verandoni che diventano funzionali stanze. Che saranno mai due -  tre stanze, tanto ci si accomoda, se non c’è spazio da una parte ci si allarga dall’altra, si sporge sul vicino, ci si fa amicizia, al di la, come affermato dal nostro beneamato governatore, degli impastoianti burocratismi. Così, le regioni che vorranno potranno, in deroga a normative e regolamenti, optare per aumenti di cubature del 20% per l’esistente o abbattere a ricostruire con un aumento rispetto alla precedente cubatura del 30%, abolendo l’impastoiante burocratismo del permesso di costruire comunale sostituendolo con la più snella, democratica e liberale dichiarazione di conformità del progettista. E passi se poi non c’è il tempo, le risorse ed il personale perché si controllino queste dichiarazioni, non siamo mica in uno stato di polizia, bisogna avere fiducia nel prossimo, occorre una assunzione di responsabilità individuale che faccia fare il salto di qualità ad una società sfiduciata e sospettosa verso l’altro. E poi basta con i catastrofismi, con i Fuksas ed i Cervellati, gufi sopravvalutati dell’oscurantismo ed il pessimismo sinistrorso e bolscevico, che tuonano allo scandalo ed al disastro ecologico, per non parlare di quei parassiti fannulloni di Legambiante, da un giornale come “Repubblica” organo in putrefazione di una altrettanto putrefatta cultura sinistrorsa e bolscevica. Viva il modello siciliano, viva la democrazia del costruire e la libertà del frasi la propria vita. Via la nuova casa della libertà, quella a fisarmonica che si allarga a piacimento secondo le esigenze senza pastoie e burocratismi, senza bolli, autorizzazioni e piani urbanistici. La Sicilia ringrazia e fa sapere in anteprima, a voce del suo assessore ai lavori pubblici del governo regionale, Gentile, che “sposa pienamente” il piano casa berlusconiano sottolineando, se ce ne fosse di bisogno, come ancora in questa regione ci siano valori forti e legati alla tradizione come il matrimonio. Viva gli sposi. 

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Bellissimo articolo. Quando sono arrivto a "dangerous mind" volevo baciarti...

Illeccesefabio

29/03/2010 01:10:49


Grandissimo e graditissimo complimento tenuto conto che so bene quanto apprezzi la mangiata da Pizzo.
Davide

davide

15/03/2009 15:20:54


Articolo semplicemente strepitoso,forse anche meglio di una mangiata da Pizzo&Pizzo!
Mara

Mara

13/03/2009 23:18:44


Articolo semplicemente strepitoso,forse anche meglio di una mangiata da Pizzo&Pizzo!
Mara

Mara

13/03/2009 23:18:22


 
 

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