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27 gennaio 2008
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Se questo è un Uomo...
di Mingo Romano
Il 27 gennaio del 1945, un distaccamento della sessantesima divisione sovietica arriva, così per caso, ad Auschwitz: un carro armato fa saltare il cancello principale e i soldati russi trovano "una legione di fantasmi", esattamente settemila internati ridotti a larve umane, la pelle tesa sulle ossa, gli occhi sgranati sull'orrore di se stessi, cadaveri viventi... ... l'attenzione cade su costruzioni inedite nella storia dell'umanità: le camere a gas e i forni crematori.
Per non dimenticare, celebriamo il giorno della Memoria con le parole di Primo Levi, deportato nel 1944 nel campo di sterminio di Auschwitz.
« Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per un pezzo di pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. » |
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Commenti lasciati per: Se questo è un Uomo...
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Io ho osservato mio figlio (10 anni) mentre guardava attonito in tv vari filmati su Auschwitz; anch'io sono d'accordo chiaramente sul fatto che l'orrore va scoperto poco per volta.Anche se altri tipi di orrore quotidiano (vedi notizie di cronaca) ci inseguono impedendoci di filtrare le notizie poco per volta. |
28/01/2008 16:48:37
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Personalmente sono appassionata di cultura e di storielle ebraiche. Ho letto molto sulla Shoah e partecipo con vivo sentimento al dolore dei sopravvissuti.
L'istituzione del giorno della memoria quale ricorrenza annuale, deve avere la funzione di commemorare, appunto, lo sterminio degli ebrei nella sua unica specificità, ma anche di tenerci sempre allerta, di fronte alle subdole e sempre più diffuse forme di razzismo (o classismo) quotidiano verso lo zingaro, l'extracomunitario, il mendicante, il povero, che alimentate giorno per giorno possono portare a forme di odiosa discriminazione.
Dobbiamo anche riflettere sul fatto che le stragi di massa, anche se condotte con altri metodi e in minore proporzione, purtroppo non sono cessate sessant'anni fa, ma sono continuate in diverse parti del mondo, Europa compresa.
Perché l'emotiva riflessione "se questo è un uomo", non deve essere riferita solo all'uomo europeo, magari mediamente abbiente e istruito. |
27/01/2008 11:45:37
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"Libertà. Solo una parola o una necessità? Solo una parola, per i nazisti, che l'hanno tolta agli ebrei. Li hanno imprigionati con con le catene del dolore e della sofferenza; sono nati con il seme del male. Non hanno onore (....).Gli ebrei conoscono bene la libertà, visto che sanno cosa si prova a perderla."
Queste parole, a tratti ingenue, ma efficaci, le ha scritte mio figlio di 10 anni, in un tema a scuola.
I nostri figli devono sapere, ma a che età raccontare il "vero" orrore?
Ieri sera Shlomo Venezia ha presentato il suo libro "SonderKommando Auschwitz" da Fazio, ha raccontato qualche dettaglio del suo "lavoro" al forno crematorio, non me la sono sentita di chiamare mio figlio. Ogni anno racconto qualcosa in più dell'orrore. |
27/01/2008 09:34:32
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Parole da non commentare,da scolpire nelle nostre anime e da trasmettere ai nostri figli e alle future generazioni come geni acquisiti dal nostro DNA. |
27/01/2008 00:12:23
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