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17 aprile 2008
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Sicilia 'yes we can ?' 'No, we can't'
di Mingo Romano
Prima delle elezioni abbiamo parlato, commentato, sperato, fatto sondaggi, piccole analisi, indicato candidati, ci siamo divisi tra chi avesse più possibilità di vincere.Forse l’”yes we can” ha contagiato e illuso anche noi. Ora che la fiera è finita ci corre l’obbligo di dire due parole due (anche se sarebbe meglio calare un velo pietoso…) – per poi non parlarne più o quasi e rimanere in attesa dei fatti - su quella che può definirsi come la debacle della sinistra, particolarmente in Sicilia. Ora il PD si divide sull’analisi della sconfitta: mancato radicamento nel territorio,errata formazione delle liste, la scelta di Veltroni di correre da solo anche in una terra tradizionalmente difficile come la Sicilia, la mancata scelta di Rita Borsellino come candidato Governatore. Niente di tutto questo, anzi un po’ di tutto questo ma non in maniera decisiva. Io ritengo principalmente che i temi tradizionalmente cari alla sinistra (ammesso che esista ancora una sinistra….) quali la giustizia sociale, la solidarietà, il contrasto alle mafie non abbiano più alcun appeal su un elettorato attento principalmente a quanto accade nel proprio orticello e in particolar modo nelle proprie tasche. Piccoli interessi privati, interessi di bottega, promesse, attese di favori grandi e piccoli , etc.etc. hanno fatto il resto. Anche al Nord, l’analisi del flusso dei voti, dice che la ex classe operaia – attenta ormai più a tematiche di sicurezza sociale che sindacale - ha votato in gran parte per la Lega. Alla sinistra è rimasto il voto residuale dei pubblici dipendenti e dei c.d. intellettuali. Insomma qui si vuole dire che il vero problema per la sinistra non è tanto quello di trasmettere un messaggio “appetibile” (perché in questo il centro-destra, almeno da noi, è imbattibile), quanto quello di trovare un interlocutore attento. Anzi, un semplice interlocutore. Finchè le tematiche di carattere sociale, di organizzazione complessiva della società, di sviluppo sostenibile (senza il “pilu” di Cetto la qualunque) resteranno interesse di pochi, anzi del solito 35%, il risultato elettorale sarà sempre lo stesso. Quell’inossidabile 65% per cento non avrà mai interesse, non solo a cambiare idea sul voto, ma neanche ad ascoltare una proposta alternativa. Scusate il paragone becero, ma sarà sempre come vendere un frigorifero a chi entra in un negozio per comprare un forno. Il potere, come ben sappiamo, logora chi non ce l’ha. In realtà per il PD un’alternativa ci sarebbe. Candidare Totò Cuffaro alle prossime elezioni regionali. Lui vincerebbe anche con la Sinistra Arcobaleno.
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Commenti lasciati per: Sicilia 'yes we can ?' 'No, we can't'
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un paio di giorni fa cercavo una citazione per chiudere una presentazione di un corso fatto nel mio ospedale e mi sono detto chi meglio di Cicerone ? Sapete cosa ho trovato non appena ho adoperato il classico booleianismo "Cicerone AND sicilia" ?
Le verrine !
sono convinto che si sia accesa una lampadina impolverata nelle vostr menti, che vi ha riportato ai tempi del liceo, do you remember Gimone amico mio ?
Per coloro i quali non ricordino le verrine sono la raccolta di orazioni di Cicerone durante il processo contro Verre, avido governatore della sicilia, simbolo della corruzione che iniziava ad intossicare l'impero romano. Lui, vigile, tolse dalle mani del magistrato designato (grande amico e compagno di merendine di Verre) il processo schiantando con la sua oratoria nell'ordine Verre, il potere corrotto, un intero impero, impedendo che finisse tutto a tarallucci vino....e cannoli.
Da allora è cambiato forse il fatto che i Ciceroni li hanno fatti saltare in aria e che le cannolerie fanno affari d'oro, tuttavia caro Gimone, non pensi che tra il loftiano (ed insignificante) "yes we can" ed il leopardiano pessimista "no, we can't", ci possa stare un "what we can ?" perchè il verrismo non dilaghi finendo per Pippizzare o Lsuizzare la nostra terra a dispetto dei nostri figli, che saranno costretti a chiudere con lo spago una valigia con dentro una bella laurea e ripartire per le Americhe come i loro bisnonni...la questione quindi è.....what we can ?
un abbraccio a mingone (di cui vi lascio fare l'anagramma)
Pilieri |
21/05/2008 23:44:30
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Parliamo della "legge ferrea dell'oligarchia di Michels?
Analizzando la struttura dei partiti Michels mise in evidenza come i partiti tendano a concentrare il potere in una cerchia ristretta di uomini, producendo un distacco sempre più ampio tra i dirigenti del partito e gli iscritti. Tale distanza tra classe dirigente e iscritti provoca un'organizzazione oligarchica del partito. Tale forma oligarchica fa si che i dirigenti perseguano di fatto i propri interessi e solo formalmente gli interessi delle masse. Michels dimostra come l'organizzazione oligarchica dei partiti permetta di concentrare il potere nelle mani di pochi dirigenti, oltre ad impedire che le candidature politiche vengano fatte dal basso. Ciò accade in quanto i partiti sono una organizzazione complessa che per essere guidata ha bisogno di competenze specifiche, coloro che possiedono tali competenze vanno a formare quella oligarchia che strutturandosi in modo burocratico mette nelle mani dei capi poteri decisivi che li svincolano dalla massa.
Scusate il taglia-incolla ma credo che sia proprio così. Radicarsi sul territorio non significa pasteggiare a cannoli in sicilia o a cima in liguria, significa capire i bisogni del "popolo bue" perchè si ci vive in mezzo, significa chiedere i voti per affrontare i problemi del popolo bue e, se si vince, quantomeno provarci.
E' successo qualcosa di tutto questo?
Ricordo che quando, credo nel 1994, Achille Occhetto perse le elezioni il suo delfino di allora disse: "Il leader che perde le elezioni deve andarsene"; questo succede pressocchè in tutti i paesi democratici ed io sono perfettamente d'accordo
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20/04/2008 19:41:19
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Una postilla all'articolo.Quando parlo di intellettuali che votano PD intendo quelli "liberi", cioè quelli che non aspettano Dottorati di ricerca, pubblicazioni, incarichi di varia natura...perchè come sappiamo l'Unoversità non è proprio un centro di cultura. |
20/04/2008 16:15:23
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Ma infatti, anch'io concordo su tutto e con tutti.Se si chiuderanno i rubinetti dei contributi che hanno permesso a molti di campare allegramente saranno guai per i nostri corregionali. La forbice tra ricchi e poveri è destinata ad allargarsi paurosamente e forse a quel punto - ormai vicini al bing bang - qualcuno e più di qualcuno si sveglierà dall'American dream di casa nostra, aprirà gli occhi e dirà:dove sono? E forse un giorno non so quanto lontano, come mi sembra di aver sentito da qualche parte, la Sicilia sarà, senza vie di mezzo, o come la California o come la Colombia |
18/04/2008 20:04:25
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Mi auguro che gli elettori che hanno favorito questo risultato non facciano,quando si renderanno conto che il petrolio, nonostante il sorriso smagliante e il riuscito trapianto di capelli dello zio Silvio,continuerà ad aumentare di prezzo e di conseguenza le varie bollette energetiche provocheranno dei salassi ancora maggiori al propri salari,perdon ai propi introiti,un botto molto forte.Che sappiano affrontare con dignità una società senza servizi ed esentasse.Ma come farà il comune di Palermo,dove l'aliquota dell'ICI è una delle più alte d'Italia,senza questo introito?
Sicuramente tutti hanno creduto che bastava votare in una determinata maniera per potere fare aprire le porte dell'eden.Ma c'è proprio posto per tutti in questo paradiso terrestre? La mia miopia non mi permette di osservare questa felicità,la mia presbiopia mi permette di osservare da vicino gli scontrini del "G.S."dico "G.S." dove, per qualche etto di affettati e poche cose utili e necesarie,volano parecchie decine di euro. La domanda nasce spontanea:ma sono io l'orbo di turno o la miopia ha raggiunto vette plebiscitarie? |
18/04/2008 19:50:06
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D'accordo con tutti.Prendiamo un'altra strada però :Il popolo è sovrano.Il sovrano ha votato,ha scelto, anche il popolo bue lo ha fatto.Mi hanno raccontato che nei tempi passati,la buona borghesia palermitana assumeva delle belle
balie dalla cosiddetta padania, e passeggiavano
con impeccabili divise blu e bianche nei nostri
viali o nelle nostre splendide ville educando i
e nutrendo i nostri privilegiati pargoli. Non sarà
questa LEGA parte seconda :la vendetta ?
Stiamo attenti e pronti : Non è detto che il gioco si rifaccia tra cinque anni.... C'è troppa miseria
in giro,recessione a livello mondiale,nessuna voglia di accontentare Lombardo e i siciliani...
Dicono che il PD deve radicarsi nel territorio :
Gli basterà aprire una pasticceria specializzata
in cannoli ? |
18/04/2008 19:04:49
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aggiungo una piccola postilla "ancora unn'amu vistu niente" la crisi che dovrà affrontare l'economia europea, e quella italiana in particolare, avrà effetti deflagranti sul nostro tenore di vita, sul nostro modo di vivere e di pensare, e persino sul concetto stesso di nazione. Prevedo tempi cupi, molto cupi. |
18/04/2008 09:09:03
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io invece credo che l'idea di Veltroni di creare un movimento unico per affrontare in maniera forte un periodo di riforme importanti, sia stata corretta ed era anche un passo da fare se si voleva dare sostanza ad un nuovo progetto. Ciò che ha sotterrato la sinistra è stata l'incapacità di farsi movimento, di creare un forza omogenea e compatta che desse fiducia agli elettori, troppi egoismi, troppi aventiniani arroccati sulel proprie poisizioni a difendere tenacemente il proprio lembo di terra mentre tutto il resto intorno sta franando. Forse qualcuno a sinistra pensava di poter ottenere l'exploit della Lega cavalcando la protesta della gente, invece sono stati spazzati via, perchè la gente ha interpretato i segnali di una continua rissosità e divergenza sui programmi e sui contenuti provenienti dalla coalizione durante il governo Prodi, come un tradimento, come un chiaro segnale di inaffidabilità. E in un momento come questo in cui la gente ha paura e tutto si va sgretolando, l'insicurezza era l'ultimo segnale da trasmettere agli elettori. |
18/04/2008 09:04:58
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Caro Mingo sono d'accordo con te su tutto, dico tutto. In fondo è quello che ho sempre scritto. Ma voglio aggiungere un'altra cosa che spesso viene taciuta anche tra noi. Quello che persegue la lega e tutta la val padana (consentimi di chiamarla cos' perché ancora non è diventata uno stato) è la ripetizione del boom degli anni '60. In quegli anni masse di poveracci analfabeti e disoccupati del meridione venivano risucchiati nelle fabbriche del nord e arricchivano i padroni e i padroncini. In fondo la lotta agli immigrati e il federalismo fiscale hanno questo scopo. Costringere i giovani delle regioni più povere a prendere il posto degli immigrati in veneto e in Lombardia. Perché prendere una badante rumena o marocchina se si può trovarne una pugliese o calabrese? Capiscono la lingua e non sono musulmane! Vuoi mettere? Sono abituate anche loro a lavorare in nero e ad essere sfruttate.
Quanto a rispetto però scordiamocelo. Fino all'anno scorso sui muri di Vicenza e di Padova ho letto scritte offensive nei confronti dei terùn e dei musulmani.
E' per questo che non riesco a capire come si possano votare in massa persone, come lombardo e compagnia, che si alleano strettamente con gente come berlusca e bossi. |
17/04/2008 22:57:03
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