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5 febbraio 2009

Un grande LOHENGRIN al Teatro Massimo

di Zorrykid



Nei giorni scorsi è andata in scena al Teatro Massimo di Palermo una delle opere più belle mai viste nei miei venti (e più) anni di frequentazione del teatro lirico palermitano: Lohengrin di Richard Wagner.
E' necessaria una premessa: sono da sempre un fan delle opere wagneriane. Sì lo so, come diceva Woody Allen in non ricordo quale film, a volte, ascoltando la musica del grande musicista tedesco, "viene la voglia di invadere la Polonia"; lo so le sue opere durano ore e ore senza che dal punto di vista scenico succeda un granché (in questo Verdi è di gran lunga superiore). Però ... la sua musica è assolutamente sublime! Nel Lohengrin poi è più di sublime è ... commovente!
La vicenda di Lohengrin si inserisce nel contesto del mito, non solo tedesco, dei cavalieri del Santo Graal. Lohengrin, figlio di Parsifal, è appunto uno dei Cavalieri senza macchia e senza paura che custodiscono il calice del Santo Graal. Viene inviato nel Brabante (regione tra il Belgio e l'Olanda) su ispirazione divina, per difendere l'onore e la purezza della "damigella" Elsa di Brabante figlia del defunto Duca di Brabante, accusata ingiustamente di aver eliminato il giovanissimo fratello Gottfried al fine di impossesarsi della corona e regnare in sua vece.
La poveretta invece non c'entra nulla ed anzi è proprio il suo accusatore, il Conte Friedrich von Telramund, che trama contro di lei per detronizzarla e governare il Brabante con la crudele e infida consorte Ortrud (una specie di strega).
Elsa invoca l'intervento in sua difesa di un "campione" che la rappresenti nel duello per stabilire "il giudizio di Dio" cui il Re tedesco Heinrich ha deciso di ricorrere per dirimere la vicenda.
Quando tutto sembra perduto (nessuno si era finora fatto avanti per difenderla) ecco che, su una barca trainata da un cigno bianco, arriva un guerriero vestito di bianco: Lohengrin.
Questi è disposto a difenderla purché Elsa non gli chieda mai chi egli sia né da dove provenga (insomma deve avere assoluta fede in lui). Elsa ovviamente accetta, (anche perché non ha alternative ...).
Lohengrin, forte dei suoi poteri soprannaturali (di diretta provenienza divina) sconfigge Friedirich (risparmiandogli la vita) e tutto sembra finire bene. I due si sposeranno davanti a tutta la cittadinanza e lo sconfitto Conte dovrà fare le valigie e andare in esilio.
Elsa però, istigata dalla perfida Ortrud (che si finge sua amica), comincia a essere tormentata dal dubbio e dalla curiosità di conoscere chi sia effettivamente il suo sposo (da un certo punto di vista non è che abbia tuti i torti ... ) e al termine di un concitato dialogo con Lohengrin cede alla tentazione e gli rivolge le fatidiche domande tabù: chi sei, da dove vieni e da chi discendi. A questo punto Lohengrin capisce di averla persa: essendo Elsa venuta meno al suo giuramento è costretto a rispondere. Lo farà però al cospetto del Re e dell'intero popolo del Brabante.
Distratto da tutti questi accadimenti viene assalito alle spalle da Friedrich von Telramund (non ancora rassegnato all'esilio) che tenta di farlo fuori, ma avvisato in tempo dalla stessa Elsa, lo uccide.
Epilogo finale: Lohengrin davanti a tutti dichiara la sua nobile identità. E' un cavaliere del Santo Graal, figlio addirittura di Parsifal, Re di Montsalvat. Ortrud sembra averla vinta, l'odiata rivale Elsa sta per essere abbandonata dal nobile marito, e per ulteriore crudele beffa la stregaccia confessa di essere stata lei a far sparire Gottfried, il fratello di Elsa, trasformandolo in un cigno (quel cigno che aveva accompagnato la discesa di Lohengrin) addossando ad Elsa la colpa della sua sparizione.
Colpo di scena finale: Lohengrin è sì costretto ad andar via ma con i suoi poteri sovrannaturali riesce a rompere il malvagio sortilegio di Ortrud e restituisce ad Elsa il fratello sano e salvo. Commovente saluto finale e  ... sipario.
Beh la storia è effettivamente un po' intricata e l'opera di conseguenza abbastanza lunga ma, vi assicuro, tutto ciò non si nota perché la musica è davvero stupenda!
La realizzazione andata in scena al Teatro Massimo (allestimento nuovo di zecca) poi è di altissimo livello, sia per quanto concerne l'aspetto musicale (cantanti, coro e direzione d'orchestra) che per l'aspetto puramente teatrale (regia, scene, costumi).
I cantanti: tutti bravi:

  • Elsa von Brabant (Martina Serafin, austriaca ma di origini italiane) voce bellissima e aspetto dolce;
  • Lohengrin (il serbo Zoran Todorovich) tenore dal timbro caldo e dalla buona presenza scenica (non vorrei apparire irriverente ma la sua voce ricorda abbastanza quella del grande Placido Domingo, anche se con un po' di volume in meno);
  • Ortrud (il mezzosoprano americano Marianne Cornetti) che ha una parte odiosa, è un po' cozza (bassa e chiatta ...) ma possiede una voce davvero invidiabile (forse la migliore del gruppo);
  • buoni anche Telramund (il baritono russo Sergei Leiferkus), il Re Heinrich (il basso islandese Bjarni Thor Kristinsson) e l'araldo del Re (Joachim Seipp).

Eccezionale il coro, rinforzato e raddoppiato dalla presenza di un altro coro l'"Orpheus" di Sofia. Ha una parte notevolissima durante tutta l'opera e se la cava veramente alla grande.
Ottima la direzione del germanico (per la verità austriaco ...) Günter Neuhold, perfettamente a suo agio con uno dei capisaldi della tradizione operistica tedesca.
Un elogio particolare merita infine il regista argentino Hugo de Ana, artista di fama mondiale, che ha diretto un grandissimo numero di opere presso tutti i più grandi teatri del mondo.
Direzione curata nei minimi particolari e innovativa senza essere strampalata (cosa che non di rado avviene nel mondo dell'opera). Veramente originale l'idea di proiettare alcune suggestive immagini video non solo sullo sfondo ma anche sullo stesso palcoscenico (su una specie di schermo invisibile).
Molto belle (a mio giudizio, forse qualcuno non sarà d'accordo) le scene, magari un po futuriste (o futuribili, boh?) con qualche laser e un po' di effetti speciali sparsi qua e là che (sempre secondo me) non guastavano: dopotutto si trattava pur sempre di una specie di fiaba.
Insomma tutto bello. Grande successo di pubblico (anche se quelli del turno C sono sempre storicamente dei "passapititto").
Un po' meno entusiasta il giudizio della critica:

  • abbastanza con la puzza sotto il naso Violante di Repubblica, che si contraddice da solo. Non gli va bene quasi niente ma conclude ammettendo che il pubblico era entusiasta: praticamente l'unico competente era lui - Insopportabile!.
  • positivo nel complesso il giudizio di Enrico Girardi del Corriere della Sera, al quale non garba molto la regia ("il cigno che scende d'all'alto era ridicolo ...") pero almeno apprezza (bontà sua!) la direzione e i cantanti.


La stagione 2009 a mio avviso, al di la dei pareri più o meno concordi, non poteva iniziare in un modo migliore. Speriamo che continui così ...
Alla prossima.


LOHENGRIN - di R. Wagner - Finale I atto


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Come il tenore Boninsegna, anch'io ho avuto la fortuna di assistere a una rarissima rappresentazione di "Ettas il sardo". La romanza da lui menzionata è secondo me un piccolo capolavoro... a distanza di parecchi anni, provo ancora un brivido d'emozione al solo ricordo di quel melos epico e commovente: "Fuggite! Fuggite, allor vi chiamo vili! VILI!... La spada volerà! Volerà! VOLERAAAA!".
Grazie di cuore per avermela ricordata.

S.Bloomberger (archivista)

08/02/2009 04:48:15


Nel corso dei miei studi non ho udito però niente di più sublime dell'opera "Ettas il sardo" del misconosciuto autore W.P.B. Dellipani, di cui consiglio in modo particolare la romanza "Io son sardo e mi chiamo Ettas".

R.Boninsegna (tenore)

07/02/2009 16:21:43


ZOZZA PORCA ... me lo sono perso!

anna monterosso

06/02/2009 10:34:17


Sono proprio contento di questo ottimo inizio: peccato non essere a Palermo!

Sandro

05/02/2009 19:02:10


 
 

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