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12 marzo 2009

Giovanni Allevi al Teatro Massimo: un trionfo!

di Marcello Basso



Domenica pomeriggio, rinfrancato dalla vittoria del Palermo sulla Fiorentina (dopo le terribili mazzate del derby) sono andato a vedere Giovanni Allevi al Teatro Massimo, nel suo concerto “Evolution”.
Avevo comprato i biglietti via internet circa un mese fa (unici posti disponibili quelli di loggione) ed ero ansioso di ascoltarlo (e vederlo dal vivo).
Ebbene, devo dire che ne è valsa la pena: è stato un concerto bellissimo!
Solo qualche snob (presente ovviamente tra il numerosissimo pubblico, e per fortuna in minoranza) può avanzare qualche critica a quello che secondo me è uno dei geni musicali del nostro tempo.
Giovanni Allevi vive per la musica.
Lo si percepisce subito, scrive e fa musica per l’esclusivo piacere di condividere con gli altri il suo sconfinato talento, di compositore e di interprete.
Conoscevo, per avere ascoltato i suoi dischi e visto qualche DVD, la sua grande abilità e sensibilità musicale al pianoforte. Conoscevo meno la sua bravura come compositore orchestrale e devo dire che non è per nulla inferiore alla suo genio pianistico. Non mi aspettavo una tale padronanza della scrittura orchestrale, il sapiente ed equilibrato dosaggio di tutti gli innumerevoli ingredienti che compongono un’orchestra. Archi, fiati, legni e percussioni sono sapientemente miscelati per ottenere un risultato davvero interessante.
Scendendo un po’ più in dettaglio nella descrizione dell’evento, va detto che dopo un “assaggio” con una classica ouverture di Rossini (Semiramide), la prima parte del concerto è stata dedicata alla suite sinfonica “Angelo Ribelle” (che fa parte dell’album Evolution), composta da cinque movimenti. Come dice lo stesso Allevi, nelle note di presentazione “travolto dalla musica abbandono ogni difesa e, fragile ed emotivo, guardo il mondo col cuore di un bambino”, ed in effetti è così che va ascoltata questa suite (e più in generale tutta la musica di Allevi) col cuore puro, senza sovrastrutture mentali (cosa di cui sono evidentemente incapaci alcuni pseudo-critici musicali o perfino qualche, sopravvalutato, interprete della musica contemporanea, come Uto Ughi, che recentemente ha definito “risibili” le composizioni di Allevi ... ah l’invidia !).
I movimenti della suite sono davvero suggestivi e la magica atmosfera del Massimo ha contribuito a enfatizzare la bellezza della musica.
Dopo l’intervallo Allevi ha eseguito, dapprima al pianoforte solo, poi accompagnato dall’orchestra, alcune delle sue composizioni più famose (tra cui la bellissima “Back to life” e la commovente “Foglie di Beslan” dedicata ai bambini periti nel massacro avvenuto in Ossezia nel  2004).
La vera forza delle composizioni di Allevi è la semplicità e la purezza della musica che giunge diretta al cuore dell’ascoltatore lasciando dentro qualcosa di profondo, qualcosa che travalica il mero aspetto del puro godimento musicale e arriva diretta all’anima.
Allevi poi riesce a darsi al pubblico in modo davvero unico, superando, per amore della musica, la sua timidezza (sincera e non costruita, come sostiene qualcuno) e le sue umanissime paure, cosa che ce lo rende ancora più vicino e fa apprezzare ancor di più il suo genio musicale ed infatti, come dice lui stesso sul suo sito: "Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune.".
Al musicista marchigiano il pubblico palermitano ha tributato una vera e propria (meritata) ovazione alla quale Allevi ha risposto con ben tre bis.
Un solo appunto: è durato troppo poco. Non in assoluto (due ore sono la durata media di tutti i concerti) ma proprio per la bellezza della musica e la bellezza umana del musicista saremmo stati ad ascoltarlo anche per una giornata intera!
Bravo!!

Giovanni Allevi esegue "Foglie di Beslan"


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Anche per me è un GENIO, proprio perchè emoziona!

Elisabetta

07/05/2009 15:14:19


Peccato che non c'ero.

ABS

27/03/2009 11:40:14


Peccato che non c'ero.

ABS

27/03/2009 11:38:18


Sono daccordo con Marcello. Io, per esempio mi emozioni con i Pooh che canto a squarcia gola mentre mi faccio la barba. Infatti mi fiddulio tutto. Che bello, oltre al cuore sanguinante anche la faccia.

davide

16/03/2009 18:18:45


Marcello,non si parlava di emozioni.
Ma il definire Allevi genio.
Se tu nel tuo articolo avessi parlato delle tue emozioni chi ti avrebbe detto niente!
Ma se dai un giudizio critico musicale allora...
X Davide.
No...ci si tu sulu!!!
Hai detto bene...pò aspittari!!
Come tu sai bene ad ognuno il suo mestiere.
Una cosa è suonare un altra spiegare.


Donciccio

16/03/2009 14:56:37


Ognuno può pensarla come vuole. Io comunque non mi emoziono né per Gigi D'Alessio, né per Shostakovich. Mentre mi emoziono per il Requiem di Mozart, il Don Carlo di Verdi, il canto della terra di Mahler, gli ultimi quattro lieder di R. Strauss. E per Giovanni Allevi ...

Marcello

16/03/2009 10:16:26


Ah allora ci sei ancora, Donciccio!!!
Da profano sono daccordo con te, al di la della piacevolezza, spesso ripetitiva, sul minimalismo, di cui la musica di Allevi è una elaborazione nazional popolare new age ambient e chi più ne ha più ne metta, andrei alla fonte, non dico Riley o Glass ma magari Nyman (anche se pure li ogni tanto un pezzo di sonno...). Per il resto alcuni pezzi dei vari Allevi, Enaudi, mi ricordano il ben più noto ed indimenticabile Steven Slacks ed il suo capolavoro insuperato che ogni amante della vera musica, come me, dovrebbe avere (rigorosamente in vinile) ovvero "Dream with Steven Slacks"!!!!
P.S. comunque Donciccio io aspetto sempre (e pò aspettari) una tua rubrica dove dall'alto della tua esperienza quasi quarantennale ed orecchio di musicista ci spieghi cosa erano Stravinsky o Shostakovich.

davide

16/03/2009 08:18:00


E' il segno dei tempi.
Considerare genio questo discreto musicista ci fa capire in che era stiamo vivendo.
Se penso a qualche musicista del recente passato mi viene da ridere nel sentire chiamare "genio musicale" Allevi.
Per carità,ci si può emozionare anche con Gigi D'Alessio e non c'è niente di male.
Se Allevi è un genio allora Stravinsky o Shostakovich cosa erano?

Donciccio

15/03/2009 18:20:13


Quello che Marcello non dice è che sono stata io a insistere per partecipare a questo grande evento musicale. Da anni ammiratrice di questo stralunato musicista non volevo assolutamente perdermi questa occasione. Anche per me Giovanni Allevi è un "grande" e lo si è visto domenica scorsa quando è riuscito nella difficilissima operazione di mettere d'accordo tre generazioni presenti in un unico contesto (tra gli spettatori si notavano anche bambini ). Tutto ciò è magico e si verifica perchè Allevi da, brutto anatroccolo quale appare, con la sua musica è capace di trasformarsi in romantico cigno in grado di di toccare l'anima di ciascuno e far riemergere davvero il fanciullino che si trova in ciascuno di noi.

delia

12/03/2009 20:46:47


 
 

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