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8 febbraio 2022

Al via la stagione del teatro Massimo di Palermo con “I Vespri siciliani”

di Delia Romano



L’inaugurazione della stagione del teatro Massimo di Palermo, dedicata quest’anno al trentennale delle stragi di mafia e al venticinquennale della sua riapertura, non poteva avvenire in modo migliore. Il sontuoso allestimento dell’opera di Verdi I Vespri siciliani, qui nella versione francese Les Vepres Siciliennes, per la regia di Emma Dante e coprodotto con il teatro San Carlo di Napoli, il teatro Comunale di Bologna e il teatro Real di Madrid ha riscosso grande successo di pubblico, anche se non è mancata qualche critica.
 Sulle critiche si preferisce sorvolare perché è chiaro che quando si vuole fare qualche innovazione c’è sempre chi storce il naso. Al contrario sono del parere che ben vengano le innovazioni purché non stravolgano il messaggio storico - culturale dell’opera stessa e non stridano con la musica originale.
In questo caso il luogo in cui è ambientata l’opera è la città di Palermo e l’evento a cui si è riferito il librettista francese Eugene Scribe, nel rifacimento del libretto del Duc d’Albe scritto per Donizetti che non lo portò a termine ma che fu completato da Matteo Salvi, è la rivolta dei vespri siciliani, evento  che il 30 marzo 1282 vide i siciliani ribellarsi agli angioini stranieri dominatori.
 L’opera quindi si basa su un libretto non originale e forse per questo motivo non è mai stata annoverata fra i capolavori verdiani. Fra l’altro per diversi anni fu portata in scena con il titolo di Giovanna de Guzman per nascondere il suo carattere rivoluzionario in un momento storico di grandi fermenti.
 Emma Dante ha il merito di riportare il rapporto dominatori-oppressori ai tempi nostri e non a caso ambienta la prima scena attorno alla magnifica fontana di piazza Pretoria, sede del Comune di Palermo. Gli oppressori diventano le associazioni mafiose e gli oppressi i cittadini onesti rappresentati dalle alte figure che hanno sacrificato la loro vita (Falcone, Borsellino e altri) e che sono raffigurate in gonfaloni che ritraggono anche immagini di santi.
Tutta l’opera è incentrata su questa lotta fra oppressori e siciliani inerti e la musica, i concertati, i duetti e le arie non appaiono in contrasto con queste scene innovative che ben rappresentano un conflitto presente in tutti i periodi storici.
Ci sono trovate che meritano una particolare attenzione come, ad esempio, la presenza di artisti vestiti da paladini che al momento dell’apertura del sipario nel primo atto, vengono gettati per terra ma che poi nel corso dell’opera, grazie al potere della musica, riprendono vita. E’ il simbolo delle nostre tradizioni che non devono essere dimenticate se si vuole mantenere un’identità di popolo.
 Altra invenzione di Emma Dante è l’orchestrina di musica di strada composta da fisarmonica, contrabbasso e clarinetto che suonano, al posto dell’orchestra, durante il balletto d’autunno, che ben si adatta all’ambientazione siciliana e che non tradisce affatto la musica di Verdi, presente con tutte le sue note.
 Ma anche le altre danze sono tutte perfettamente calate nella storia e degno di nota è il lugubre balletto dell’inverno che vede protagonista la processione per Santa Rosalia.
 I cantanti tutti all’altezza della situazione diretti dal bravissimo direttore musicale Omer Meir Wellber ormai entrato nel cuore del pubblico palermitano.
Bellissima la scena della celebre aria Et toi Palerme (O tu Palermo) con cui il rivoluzionario Procida (solo nella prima recita eseguita dall’applauditissimo e bravo baritono Erwin Schrott)  esorta i suoi concittadini a ribellarsi, che qui è cantata su una barca sospesa a mezz’aria, per rendere palpabile il legame indissolubile fra la città di Palermo e il suo mare.
Il coro del teatro Massimo diretto dal maestro Ciro Visco sempre magnifico ma bravissimi anche gli attori della Compagnia Sud Costa Occidentale e il nostro corpo di ballo. Scene, costumi, coreografia e luci rendono ancora più bello e sicuramente apprezzabile lo spettacolo. Non è più in scena a teatro ma se ne consiglia vivamente la visione sul canale in chiaro Arte dove è disponibile on demand.

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