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16 settembre 2007

Il ritorno del Genio

di Mingo


Oggi Eugenio Corini torna a Palermo, ma, incredibile a dirsi solo qualche mese fa, ci torna da avversario. Non è il giorno giusto per alimentare polemiche e quindi non mi voglio soffermare sul chi sia stato il responsabile dell’addio di Corini al Palermo. Certo Zamparini, come spesso gli accade, ha perso l’ennesima occasione per rendersi simpatico quando dice che non applaudirà Corini al Barbera perché per lui ormai è solo un’avversario e che le bandiere ormai nel calcio non esistono più. Se penso a Pirlo, Maldini, Del Piero, Materazzi, Zanetti, Totti non direi che le bandiere non esistono più. Dipende dall’uso che ne fanno i Presidenti, cioè se considerarli stracci o vessilli… Comunque Eugenio, con lo stile che lo ha sempre contraddistinto ha detto due cose bellissime. Prima ha detto che lui può solo ringraziare Zamparini che gli ha permesso di vivere un esperienza stupenda come quella in rosa e poi che nel suo cuore sa che un giorno tornerà a Palermo. Insomma, come si è capito, se io fossi stato Presidente del Palermo avrei ritirato la maglia n.5! Oggi il Barbera, che odia o ama senza vie di mezzo (vero Toni?), tributerà al grande Eugenio un gigantesco applauso di riconoscenza e affetto.Perché è vero che senza i soldi di Zamparini saremmo ancora a vivacchiare da qualche parte su qualche campetto spelacchiato di C2, ma è anche vero che Corini rappresenta quel collante che ha unito in questi anni pubblico, squadra e società al di là di tutto. Lui è stato il vero protagonista in campo della rinascita del Palermo, più dei vari Zauli,Toni,Grosso, Guidolin etc.etc., che, a mio parere sono stati protagonisti ma un gradino al di sotto del Genio. E poi Corini ha rappresentato per i media nazionali la faccia bella del Palermo e di Palermo, mai una parola fuori posto, mai un gesto fuori posto, mai depresso quando la barca affondava, mai esaltato quando la barca volava. Insomma un santo? No, un grande campione e un vero Capitano (non a caso la C è in maiuscolo). E anche un grandissimo calciatore non lo dimentichiamo. Senso tattico inarrivabile, piede morbido da n.10, visione di gioco, lancio millimetrico, capace di “dettare i tempi” come pochi, leadership dentro e fuori dal campo. Insomma un n.5 (il numero che nel gioco a zona rappresenta il baricentro intorno al quale ruota tutta la squadra) come pochi, alla Falcao per intenderci. Paradossalmente nel calcio non è stato fortunato, probabilmente per colpe anche sue. Sfumata l’occasione giovanile con la Juve si è rilanciato nel Chievo e poi nel Palermo, troppo piccolo il Chievo per lanciarlo in Nazionale (anche se una volta venne convocato e si infortunò in ritiro!) troppo vecchio nel Palermo per ambire all’azzurro. Insomma in poche parole diciamo che – come minimo - avrebbe meritato di contendersi il posto di regista basso con il grande Pirlo in Nazionale. E poi il suo legame con Palermo era scritto nella storia se pensiamo che il simbolo di questa città e proprio il Genio! Da poco hanno scoperto l’ottavo genio all’Arsenale Borbonico, direi che Corini con quella faccia da “vecchio” e quel corpo giovane può diventare il nono. A presto Eugenio.



Foto di Giuseppe Costanzo

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