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28 febbraio 2008

L'angolo di Betty Boop - 'A che titolo lo frequenti?'

di Daniela Vaccaro


La domanda A che titolo lo frequenti? mi fu posta da mia madre un giorno, dopo che aveva visto che a casa mia (dove abitavo prima con mio fratello) veniva a trovarmi per – a suo dire – l’ennesima volta un amico. La mia risposta – mitica almeno quanto la domanda – fu che lo frequentavo a titolo di risarcimento danni. E così liquidai la questione.

Il fatto è che mia madre questa cosa delle amicizie maschili non la capisce proprio. E passa ondivaga da un’incerta speranza che finalmente mi sistemi (se il tipo le piace e se lo vede affidabile) a una più solida certezza che ci sia qualcosa che non va (se il tipo non le piace oppure non le sembra affidabile, o tutte e due le cose insieme, e questo è il caso di gran lunga più frequente, perché ho la tendenza a frequentare tipi stravaganti e artistoidi che mia madre inserisce volentieri nella categoria degli spasulati o in quella degli sconclusionati e basta).

Ora, se è vero che a volte questi amici che ho frequentato avevano le caratteristiche del best friend with benefits che mia madre aborrisce, non sa manco che esiste e per carità io sono la prima a voler mantenere questa ignoranza beata, è vero anche che con molti di questi amici maschi, di benefits non ce ne sono…oh oh, forse dovrei aggiungere più, ché io ho una pericolosa tendenza a rimanere in ottimi rapporti con tutti o quasi gli ex, a qualsiasi categoria essi appartengano. Ma questa è un’altra storia.

Insomma, io rivendico l’esistenza dell’amicizia tra uomo e donna che, come ebbe a dire Marguerite Duras (o almeno credo) è sempre un’amicizia sensuale – e questo sono disposta ad ammetterlo – ma è anche vero che da sempre io mi trovo così bene con la leggerezza cameratesca degli uomini, con loro sguardo da bambini cresciuti e invece spessissimo mi annoio mortalmente con i discorsi da signora tischi toschi delle mie coetanee. Tant’è che da anni sostengo ormai che persino le mie amiche sono un po’ maschi, perché hanno delle caratteristiche che tradizionalmente si attribuiscono agli uomini.

Eppoi vogliamo dirla tutta? Con quelli che sono stati fidanzati o similia, si crea un rapporto più sincero, a mio parere. Perché loro conoscono una parte di te che agli altri è negata, e viceversa. Così ci sono meno inibizioni, meno paranoie. Posso permettermi di piangere senza pudore con uno con cui ho fatto l’amore, no? Posso dirgli che mi sento uno schifo e prendermi i suoi complimenti sapendo che sono sinceri e che non c’è un doppio fine? Posso confortarmi al caldo pensiero che l’amore che c’è stato tra noi, qualsiasi nome gli abbiamo dato ai tempi, sia qualcosa che nessuno dico nessuno mi può più togliere?

La risposta a tutte le domande che mi sono posta è invariabilmente sì, e mi viene l’atroce sospetto che ce ne sia una più nascosta, che suoni più o meno così: ecco perché sei single, mia cara. Perché degli uomini tu sei amica.


Trovi altri articoli di Daniela nel sito

www.danicl2007.splinder.com

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Commenti lasciati per:

L'angolo di Betty Boop - 'A che titolo lo frequenti?'
 

 

Infatti io mi riferivo a Betty sennò ti chiamavo Daniela. Il "tipico" è quello quarant'enne, sposato con figli, magari con moglie coetanea lavoratrice. Tutto ciò ovviamente fatti i debiti distinguo caratteriali e personali, laddove le generalizzazioni sono sempre e comunque una forzatura, presenta però a volte dei punti in comune e delle considerazioni calzanti per la categoria vedi la ormai famosa crisi dell'uomo di mezza età, etc. etc. che apre ad infinite sfumature, alcune divertenti per chi sa ridere di se stesso.

davide

03/03/2008 10:46:59


Hai ragione, Davide, io sono una romanticona. Una romantica criminale, come mi ha soprannominato un mio pseudofidanzato una volta. Nel senso che sono romantica, ma pure un tipetto...
Diciamo comunqeu, a scanso di equivoci, che Betty mi somiglia ma magari non sono proprio io (Daniela).
Io però - senza polemiche - non ho capito qual è il vostro tipico, ragazzi. Me lo fate sapere?

Daniela_Betty

02/03/2008 22:33:49


Concordo con Donciccio, credo che quanto eccepito voleva solo essere un modo di interloquire e non di offendere e poteva essere occasione di approfondimento e di confronto con chi la pensa diversamente, magari a torto. Non ho mai pensato che Betty sia sciocca o incapace di elucubrazione su temi altissimi e di eccezionale rilevanza culturale (Witte chi???? Come si vede io no). Certo è che per me e donciccio che abbiamo una storia propria di un altro "tipico" alcune cose ci incuriosiscono e ci rimandano magari a riflessioni passate e digerite. Betty invece "appartiene" ad un altro "tipico", forse un pò romanticona, che però merita rispetto e magari un paio di parole in più che prendendo spunto dal simpatico accadimento possono dirci meglio di lei e del suo mondo.

davide

02/03/2008 16:34:29


"In genere si trae spunto da vicende personali per affrontare temi di carattere generale non per permettere a chiunque di mettere becco nella vita altrui".
Ma chi l'ha conosce?!
A picca conosco me stesso!!
La mia era semplice curiosità...ma se danno fastidio le domande u ni fazzu chiù.
Scusassero!!

Donciccio

02/03/2008 16:00:59


Io l'articolo di Betty l'ho trovato semplicemente divertente,autoironico (e mi complimento sempre con chi ride di sè stesso/a), pieno di sane riflessioni. Insomma un articolo da leggere e sorridere.Per me.Tutto il resto (quanti anni hai, quanti ne dimostri etc.etc.) mi sembrano solo elucubrazioni fuori tema e perdippiù ricadenti sul personale. In genere si trae spunto da vicende personali per affrontare temi di carattere generale non per permettere a chiunque di mettere becco nella vita altrui. Chiaramente tali commenti sono tollerati solo perchè non offensivi.

Mingo

02/03/2008 14:39:44


E chi ha detto che era un test??
La realtà è ciò che noi riteniamo essere vero.Ciò che riteniamo essere vero è ciò in cui crediamo.
Ciò in cui crediamo si basa sulle nostre percezioni.Ciò che percepiamo dipende da ciò che cerchiamo.
Ciò che cerchiamo dipende da ciò che pensiamo. Ciò che pensiamo dipende da ciò che percepiamo.
Ciò che percepiamo determina quello in cui crediamo.Quello in cui crediamo determina quello che riteniamo essere vero.Quello che riteniamo essere vero è la nostra realtà.

Donciccio

02/03/2008 14:12:25


Forse scrivo questa rubrica per un sito della Svizzera meridionale e non me ne sono accorta: Davide, per una madre la prorpia figlia ha sempre 17 anni e si sente in dovere di mettere becco nelle sue frequentazioni. Poi, se i discorsi ti sembrano infantili, chiedi a Mingo di affidarmi una rubrica su Wittgenstein, quattro fili me li mangio.
Donciccio, io sembro quello che sono. Lo prendo per un complimento. Delle quattro cose che hai scritto - visto che ti piacciono i test - indovina quale ti si addice di più, secondo me...

Daniela_Betty

02/03/2008 12:11:44


Don Ciccio, ti diverti a fare i test?

mingo

01/03/2008 20:28:37


Hai risposto esattamente come pensavo.
Adesso ho capito.
Io ho 40 anni,anche se sembro un ottantenne,ma frequento i ventenni.
Però i quarantenni dicono che faccio discorsi d'asilo.
Ciao...

Donciccio

01/03/2008 16:41:57


Conoscendolo penso che Donciccio ti illuminerà appena possibile, ma probabilmente la sua domanda intendeva sottolineare che pittosto che ......entacinque quasi ....entasei qualche volta le considerazioni e le problematiche esposte sembrerebbero più vicine ad una età di ...ciassette quasi ....ciotto, ma questo non costituisce per forza un difetto, sono punti di vista; nella peggiore delle ipotesi, fosse vero, questo amplierebbe il ventaglio di frequentazioni in termini di età e la mamma starebbe più tranquilla.

davide

01/03/2008 14:47:11


...entacinque, quasi...entasei. Non si chiede l'età alle signore, comunque, donciccio.
Poi ti anticipo: sì, lo so, parlo come una vecchia zia e un po' mi ci sento (però sembro una ragazzina!). Questo sottointendeva la tua domanda? Illuminami...

Daniela_Betty

29/02/2008 20:54:42


Una curiosità.
Ma quanti anni hai??

Donciccio

29/02/2008 18:26:09


 
 

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