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22 giugno 2008

Il Persempregiovane - Parte II

di Davide



Le donne sono più avvantaggiate, sfoggiano cofane o tagli corti estivi alla moda tendente alla cresta di gallo e più avanza l’età più bizzarro è la foggia ed il colore (Dio mio sono una pazza….) anche perché se in inverno si viveva di più di basso profilo e la ricrescita diveniva protagonista delle depressioni post parrucchiere ora le sfilate balneari e gli schiticchi serali e notturni impongono costanza ed attenzione (ma l’hai vista la Mary che capelli che aveva ieri sera?????).
Bisogna dire che su certi particolari gli uomini hanno, per ora, un po’ di pudore.
Ad esempio il tatuaggio, ad una certa età, è quasi prettamente femminile, e non può mancare in una vera finta giovane; alla caviglia, sul polso, sulla spalla o magari, per quelle più ardite sulla natica e vicino al seno (che visto l’età spesso sta parecchio in basso). Ma il vero tocco d’artista è lo smalto che deve assolutamente spiccare su mani e soprattutto sui piedi che in estate, a prescindere da “cipolle” ed alluci valghi, si impongono nella loro nudità grazie a sandali ed infradito minimal. D'altronde è indispensabile tenuto conto del fisiologico ingiallimento delle unghia. E se in inverno il must è stato il french o l’artiglio posticcio, magari con il brillantino o la stellina pluricromata, d’estate si portano i colori accesi, scuri, soprattutto il nero o il melanzana che fa un pò dark anche la nonnina sprint.
Per l’uomo trionfa il sandalo o l’infradito dai quali con l’aggravante della frequente mancanza di cura e la, auspicabile, assenza di smalto, sporgono unghioni ingialliti ed inspessiti veri attrezzi da porto d’armi. Lontano dal mare l’uomo “cede” all’eleganza senza perdere di vista la tendenza utilizzando spesso capi aderenti e attillati che ne evidenziano l’incoerente fisico. Così le maglie a manica lunga ma anche corta in microfibra con la piccola v stretta al collo, perlopiù nere, da portare anche sotto la giacca, possibilmente a tre bottoni, inutili in quanto spesso non abbottonabili, evidenziano la struttura periforme e costringono una postura palummina utile al sucamento della panza ma non alla impossibile scomparsa dei maniglioni antipanico laterali. La scelta del pantalone, a sigaretta con effetto depilatorio su cosce e stinchi, costituisce una vera e propria filosofia di vita. O vita bassa, trasformatasi da tendenza modaiola e vera e propria minaccia sociale, che impone una decisione precisa : il pantalone scende sotto la panza e con lui il cavallo tipo orchite oppure le sale sopra con effetto “inserramento” inguinale, separazione netta tra le componenti riproduttive e possibili danni permanenti alle stesse. O carrettiera che spesso comporta un arrotolamento della parte superiore dell’indumento, sempre causa panza, con una serie di pieghe orizzontali tipo sherpei e con le tasche a paracqua. Meno male che a mare c’è da qualche anno il ritorno al pantaloncino, ma per chi non si vuole arrendere ci sono quei costumi attillati tipo boxer in microfibra da portare sulla panza tipo super eroe e possibilmente da imbottire per non subire l’effetto acqua “agghiacciata” con contestuale calo di audience. Si possono anche mutuare dai veri giovani i braconi da mare che loro usano come costume allacciandoli molto bassi quasi sotto il culo e lasciando a vista un secondo costume o spesso delle tipiche mutande con l’elastico a vista e la marca stampata. Al contrario il vero finto giovane li porta ben alti, modello fantozzi, come sorta di pinocchietti (avrei voluto morire quando li vidi indossati anche da mio padre) che abbinati al resto, infradito, canottiere scollate e colorate, bandane o cappellini, riprendono in gran parte il profetico look, ma allora di grido in certi ambienti chic, di Totò in Totò a colori quando fa il finto modaiolo a Capri (quello della scena con lo sputo nell’occhio del pittore pseudo cubista). Anche in tema di fogge da mare gli eccessi del genere femminile sono però imbattibili. In barba alla forma fisica i lidi e le spiagge sono affollate da personaggi da urlo nel vero senso della parola. E, si badi bene, non di persone, di “semplici” donne ma di veri e propri personaggi perché è ben chiaro che così si addobbano alla ricerca della particolarità che distingue, possibilmente veramente, veramente, veramente indimenticabile.
Due pezzi inguinali, con laccetti e triangolini assolutamente e volutamente inadeguati a coprire le quantità strabordanti dei corpi che cingono. Anzi fanno da accessorio bondage, quasi sadomaso strizzando e segando letteralmente le carni che ancor più si gonfiano in un tripudio di opulenza castrante. I laccetti degli splip vengono posizionati strategicamente al di sopra delle abbondanze aumentando sproporzionalmente la sgambatura e perizomando il tutto. Per non parlare dei reggiseno con i laccetti sempre più tesi nello sforzo impossibile di sovvertire la forza di gravità o aggrovigliati nelle maniere più strane e fantasiose per aumentare i centimetri di pelle da esporre al sole riducendo il seno in un groviglio di bozzi.
Eccezionali gli accessori, dai vari tipi di ciabatte, alcune con le piume, altre zebrate o leopardate, pandan con i copricostume che danno quel tono che distingue una principiante da una vera professionista del cattivo gusto. E naturalmente una vera finta giovane non può prescindere dal trucco e belletto anche in estate e soprattutto a mare dove già tante magagne vengono fuori. Non c’è salsedine che tenga ne cloro di piscina, al primo cenno di scolamento arriva il ritocchino, magari dopo il bagno e la doccia. Insomma apparire, apparire e apparire.
E allora. E mò basta con sto pistolotto. Ma insomma che male c’è e poi senza tutto questo di cosa parleresti sotto l’ombrellone o nelle infinite pause caffè in ufficio, mancherebbero gli argomenti di discussione più interessanti e colorati, il pettegolezzo più pungente, il “novella3000” dei poveri. Senza cafoneria, che è il sale della vita, tutto crollerebbe davanti ad una monotona e omologante eleganza, un sobrio ricevimento senza nessuno che si presenti in boa di struzzo, in nude look trasparentissimo con il reggiseno contenitivo corazzato.
Allora viva persempregiovane, tanto ci sarà sempre qualcuno peggio.
Quante volte criticando chessò, magari un amico, prendendolo in giro bonariamente tra il serio ed il…serio, ti sei sentito rispondere “Ma lo hai visto quello, c’ha la panza il doppio della mia e gira in canotta traforata..allora perché io no”. Magari avrai detto alla tua mamma settantenne “No mamma, quest’anno il tanga no” e lei ti ha risposto piccata “Ma se la nonna lo portava fino all’anno scorso”. Allora suvvia basta con ste menate finto chic, savonarola del costume, medievalista bigotto, rilassati una buona volta e siediti comodo ad un tavolino del bar più trendy, fatti un’ eppiauar godendoti la variegata fauna, la gioventù hoganiana ed i loro genitori, coloro che avrebbero dovuto educare, indirizzare, spiegare magari ascoltare e che adesso gli grattano di nascosto le scarpe o si mettono le loro polo ralfloren con il collettino alzato, che si pettinano in avanti modello giuliocesare per coprire gli ampi spazi che offre la propria fronte, come fanno i propri figli che però hanno l’attaccatura dei capelli sulle sopracciglia, e, alla fine, ultimato il tuo bicchiere di capiroska, fai un sonoro rutto, butta il fazzoletto con cui ti sei pulito la bocca a terra, assieme agli altri, inforca le tue crocs fucsia e, urtando su tutto ciò che incontri con grande noncuranza vai verso il tuo futuro a riprendere la tua macchina lasciata in tripla fila con l’aria condizionata accesa e lo stereo che pompa a tutto volume . Tu sei imbattibile, sei eterno, sei il supereroe di oggi, sei il “persempregiovane”.

P.S. io le crocs ce le ho davvero però non fucsia…….giallo aranciato.

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Il Persempregiovane - Parte II
 

 

Il Persempregiovani è una mentalità e un modo di vivere che contagia tutti.A parte ogni disquisizione pseudo sociologica e pseudo culturale (essendo io un pseudo non potrei che tirare fuori qualcosa del genere)quello che vedo in tutto ciò è un pò una forma di carpe diem, di vivere alla giornata.Tutti,più o meno in maniera cosciente, sentiamo di vivere in un mondo in disfacimento,Principalmente dal punto di vista ambientale. Anche grazie ai media viviamo come se domani dovesimo morire arrostiti causa ondata di caldo o annegati causa repentino scioglimento delle calotte.E allora? Ma si, viviamo come se fossero gli ultimi giorni dell'impero.Arraffiamo dalla vita tutte quelle briciole di piacere che ancora può darci, e per farlo non ci resta che una via:quella del persempregiovani!
Avete visto? Non ho fatto il sociologo...per oggi mi limito all'antropologia.

Mingo

24/06/2008 14:49:46


Si tratta certamente di parrucchiere che potremo definire "ambientaliste", che se è pur vero che con le tonnellate di lacca usata creano un personalissimo "buco dell'ozono" sopra il negozio, dall'altro realizzano utili habitat primaverili per rondini e uccelli migratori. Più che cofane sono veri e propri nidi in movimento. Inoltre ci puoi conservare di tutto, permettendoti di uscire anche senza borsa, una specie di gonnellino di Eta Beta messo in testa. Sai che pesantezza....!!!!!!

davide

23/06/2008 07:11:44


Aggiungo un'ultima cosa: la responsabilità tricologica dei parrucchieri nel voler necessariamente farti la cofana fina dalla giovane età. Io da una vita mi azzuffo con le signorine che dicono: "Un po' gonfi sopra, no?"
Come te lo devo dire NO! N O!

Daniela

22/06/2008 13:09:01


"[..]costringono una postura palummina utile al sucamento della panza ma non alla impossibile scomparsa dei maniglioni antipanico laterali." è un capolavoro di descrizione che ti invidio e ti ruberò, Davide.
Aggiungo alla tua precisa disquisizione sulla persempregiovane al femminile una categoria fondamentale che potremo chiamare: dietro liceo, davanti museo. Trattasi di quelle donne, sempre più diffuse, che mantengono un buon fisico ben oltre i 40, ma che hanno un cedimento ai lineamenti del viso tale da procurare in chi le vede da dietro l'illusione che si tratti di donne giovani, mooolto giovani (anche a causa dell'abbigliamento adottato), subito perduta - l'illusione, intendo - nel momento in cui si dà un'occhiata al lato A, invariabilmente solcato dai molti graffi di quel bastardo giradischi che è il tempo.
Diciamo che l'età anagrafica dovrebbe comunque suggerire una certa sobrietà e una prudenza in acconciature e vestiario: che se è pur vero che molte quarantenni di oggi sembrano veramente dieci anni più giovani, è sempre poco dignitoso che madre e figlia siano vestite più o meno allo stesso modo.

Daniela

22/06/2008 13:06:15


 
 

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