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11 dicembre 2008

Mondo cane ovvero amici e guardati! (parte 2^)

di Davide



Considerazione comune e, in linea di massima ragionevole, è quella della palese innocenza dei poveri animali, che, in quanto tali, sconoscono le regole di igiene e convivenza con la razza umana a fronte della colpevole maleducazione dei padroni, loro si, rei dell’infischiarsene di quelle regole che dovrebbero appartenere alla loro, di razza. Ma che dire quando gli autori del misfatto sono invece i diffusissimi randagi che albergano alcune zone della città colonizzando in branchi interi territori e seminando panico negli abitanti e nei passanti succubi delle loro usanze? Sembra una esagerazione, vero? Ma purtroppo non sempre è così.
Io, per esempio,  frequento quotidianamente Via Imera per accompagnare i miei figli a scuola e divido parte del tragitto con una simpatica comitiva di cani di ogni razza, foggia e colore, un bell’esempio di meltin’ pot e di tolleranza di branco. Tutti i genitori, ma soprattutto quelli che usano regolarmente la moto si trovano costretti a studiare vere e proprie strategie per evitare incontri sgradevoli. Infatti di solito la comitiva si divide in due, una posta da un lato della strada, l’altra su una collinetta dall’altra parte e di mattina i due gruppi passano il tempo a “curnutiarsi” da un lato all’altro, che Dio solo sa, oltre agli appartenenti alla razza e, quindi, ai conoscitori della lingua, le porcherie che si scambiano. Certo, viste le origini di dubbia provenienza di ciascuno di loro, le battute su madri e padri saranno inefficaci e poco frequentate. Così anche quelle sui costumi sessuali viste le abitudini promiscue a prescindere da sesso, razza e bella presenza. Insomma “’ndo cojo cojo”. Comunque qualcosa di offensivo si diranno visto che abbaino e ringhiano per ore saltellando senza, però, mai affrontarsi. L’eccitazione li porta spesso a scagliarsi su qualsiasi mezzo passante, soprattutto, appunto, le moto.
La scena è degna dei migliori duelli di Sergio Leone.
Campo lungo (in cinemascope) con primo piano dei cani visti di spalle. Alcuni di loro sonnecchiano, uno è inquadrato di profilo mentre rosicchia un casco, bottino dell’ultimo assalto. Improvvisamente sullo sfondo, una sagoma scura all’orizzonte ed il rombare di un motore sempre più vicino. I cani si drizzano in piedi così come le loro orecchie. Cambio di inquadratura. Punto di vista della moto. Il conducente si ferma. Alza la visiera del casco integrale. Due occhi di ghiaccio scrutano avanti. Primo piano stretto degli occhi del cane, poi delle orecchie e dei denti che si scoprono in un accenno di ringhio. In sottofondo tutto uno squillare di trombe morriconiane in un patos crescente. Il motociclista abbassa la visiera del casco. Primo piano sulla mano che smanetta sull’acceleratore. Il cane drizza la coda. Rombo potente. Via. La mota sfreccia, assume una traiettoria larga, poi improvvisamente rallenta per prendere il tempo ai cani che nel frattempo cominciano a correre lateralmente per avere più campo per l’assalto. Dopo uno scarto a destra la moto punta dritto dall’altro lato. I cani cominciano a correre avventandosi furiosi e schiumanti di rabbia e ferocia. Da ora la scena è in bianco e nero e ricorda l’assalto alla diligenza di Ombre rosse. Il ringhiare dei cani si trasforma nel grido di battaglia degli indiani, il motociclista è un implacabile John Wayne che sferra colpi di sacchetto dell’immondizia a destra e a manca con un rumore sordo che sembra il crepitio del winchester. Ma mentre Cane Ululante gli strappa il fucile - sacchetto di mano, dall’altro lato Lupo Pezzato salta sulla pedana, mordendo il pantalone, facendo sbandare paurosamente il carro sul bordo del precipizio. Ma quando ormai la diligenza sembra spacciata e dall’altro senso ne arriva un’altra a gran velocità travestita da “lapino” della frittola succede l’inaspettato. Il pantalone si strappa e Lupo Pezzato viene sbalzato via con un urlo di orrore, insomma un guaito di stizza. Anche per questa volta “John” ha portato a casa la pelle. Un’altra tacca sul calcio del suo winchester ed un altro pantalone da buttare via. E chi glielo dice a Oh Susanna Clementine! Migliore amico dell’uomo…mah..sarà…E’ proprio vero, amici e guardati!!!

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