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14 aprile 2009

AMMAZZA LA PIAZZA

di Davide



Uno dei sentimenti che accomuna noi palermitani, a cominciare dai nostri amministratori, e che è divenuto ormai un ripetitivo luogo comune ahimè assai vero, è quello dell’indifferenza se non disprezzo per quello che ci circonda ancor più se in qualche modo ci appartiene.
I nostri monumenti, le nostre spiagge, le nostre città sono oggetto di distruzione, spreco e vandalismo, teatro di pessimi usi e costumi dei quali l’abbandono e, a volte, il vero e proprio lancio di cartacce e rifiuti non è sempre il peggiore dei mali nonostante sia quello più spesso rimarcato. Palermo sporca sporcata dagli sporchi palermitani. Ma non è forse peggio l’ignavia con cui gli antichi palazzi, i pregevoli monumenti e le chiese vengono lasciati all’incuria del tempo, al “logorio della vita moderna”, traffico e smog, se non occultati e sfregiati da bancarelle, negozi e capolinea degli autobus.
Altrove la presenza di una piccola chiesetta diviene occasione di valorizzazione di un intero brano di città che la accoglie, di rivitalizzazione di piazzette e strade, di rinascita di piccole botteghe e di percorsi che si muovono attorno ad essa. Quì invece sembra quasi una vergogna, una presenza imbarazzante da occultare che ostacola le logiche e le esigenze del vivere di oggi.
Questo centro storico troppo intatto, queste stradelle inadeguate al fluire delle automobili sempre di più e sempre più “grosse”, queste piazzette troppo strette per ospitare i parcheggi altrove deserti. Così si finisce per intraprendere o, più spesso, consentire iniziative che appaiono nella loro sostanza quasi uno sfregio stizzito, una eutanasia per una città che insiste a non piegarsi alla bruttezza ed alla maleducazione dei nostri tempi. Allora ammazza la chiesa, ammazza il palazzo, ammazza la piazza con buona pace dei palermitani.
Piazza Indipendenza è un brillante esempio di questo atteggiamento. In questa piazza da anni si perpetra una politica di distruzione incuranti del suo altissimo valore rappresentativo e storico. Su di essa si affaccia uno dei monumenti più importanti della città, il palazzo reale o palazzo dei Normanni all’interno del quale, oltre a celebrarsi l’ignobile rito della politica, tra parentesi in una delle sale più belle e suggestive, si trova, ad esempio, una delle più belle chiese di Palermo, la cappella Palatina, che con i suoi mosaici e il suo Cristo Pantocratore presso la cupola emisferica rivaleggia, a mio modesto avviso vincendo a mani basse, con il più noto e visitato duomo di Monreale. Sulla piazza si affaccia la Porta Nuova, accesso privilegiato verso il centro storico, il fisiologico avvio del percorso turistico che attraverso essa scende dall’asse verticale verso il mare, passa dalla villa Bonanno (se non se la mangiano parassiti e punteruolo rosso), sbuca sulla cattedrale, ricongiungendosi ai quattro Canti con il suo compendio orizzontale della vecchia città cruciforme. Non dimenticando che dall’altra parte della piazza si trova il più bel giardino della città, la villa d’Orleans, che contiene una bellissima “collezione” di uccelli e non solo, nonché di piante ed alberi secolari dalle impressionanti dimensioni. Che è l’ideale sede di partenza per i turisti che si spostano verso Monreale o che visitano l’esempio più intatto di chiesa arabo – normanna e relativo giardino, S. Giovanni degli Eremiti. Che presenta nella sua parte centrale delle grandi isole verdi con bellissimi alberi che basterebbe poco per valorizzare e restituire al piacere dei palermitani. Altrove basterebbe meno, molto meno. Altrove. Qui invece si permette ad un panificio e ad una polleria di invadere totalmente il marciapiede costringendo pedoni e turisti a camminare sulla sede stradale. Così come le due botteghe di piante e fiori che nel tempo hanno interamente occupato marciapiedi e interi pezzi di giardino per farne deposito. Chi vuole passare deve fare la gimcana tra i vasi sotto lo sguardo spazientito e irritato dei venditori (talè proprio di qua deve passare…), per non parlare di carrozzine per bambini o disabili alle quali è reso impossibile ogni accesso nonostante la inutile presenza di scivoli politicamente corretti. Un piccolo gazebo che vendeva nel fine settimana magliette taroccate si era trasformato in un negozio con tanto di tendone di giocattoli di tutti i tipi e provenienze. Anche in questo caso il marciapiede era off limits. La sua presenza fastidiosa, ingombrante e deturpante è durata per anni. Poi da qualche mese chissà quale logica o dinamica sconosciuta e improbabile ha fatto si che almeno stò pezzo di marciapiede sia tornato al suo significato ed uso originario. Quasi al centro della piazza invece si trova ancora un bellissimo mini parco giochi con giostre e mostri gonfiabili per il divertimento dei bambini orfani di quelli del Foro Italico. Così tante simpatiche famiglie portano i loro bambini a saltellare felici in mezzo a traffico e smog, posteggiando le proprie simpaticissime auto, quando non sono virilissimi SUV, in doppia e tripla fila laddove, addirittura, ci sarebbe divieto di sosta. Infatti di fronte ormai da anni si è pensato bene di realizzare un imponente capolinea degli autobus che occupa anche parte dell’attraversamento centrale della piazza ed il lato opposto vicino alla chiesa della Madonna dei Rimedi.
Insomma con poche semplici mosse si è riusciti a trasformare una storica piazza monumentale, non la più bella, ma certamente la più importante in una bolgia di traffico ed inquinamento, un luogo inattraversabile né in auto nè a piedi, dall’aria irrespirabile, sporca, abbandonata all’estro di commerciati e fruitori di autoscontri.
Per non parlare dell’ultimo infausto evento.
La piazza sorge da un lato su un costone che si affaccia sulla depressione del vecchio alveo di uno dei due fiumi interrati della città. Anche quello un suggestivo belvedere soprattutto per chi attendeva l’autobus, poi soppresso almeno dall’AMAT, per Monreale. Da lì si può ammirare un ampio piazzale sterrato con fogne a cielo aperto, topi danzanti e piccole discariche soprattutto di materiale da costruzione, mattonelle, cessi rotti, contiguo alla sottostante via Colonna Rotta (già il nome vuole i piccioli) spesso condotto fognario in occasione delle piogge invernali ed oggi sede di una delle più ampie e lunghe campagne di scavi della città volta alla realizzazione di una nuova condotta fognaria ma che ha determinato ad oggi solo immensi montarozzi di terra. Pian piano (ma che sorpresa!!!!) il costone sta franando portandosi via magari un pezzo di piazza. Così dopo che se ne è caduto il muretto dove io e tanti altri un tempo ci sedevamo ad aspettare l’autobus, si è corsi ai ripari (non al riparo ovvero non aggiustando) mettendo in sicurezza mezza piazza con delle barriere e guardrail che ne vietino l’accesso, riducendo della metà la carreggiata. La voce comune è che è stata rinvenuta una necropoli (sai che sorpresa, dove lo volevi fare il cimitero se non appena fuori le mura?) che in realtà c’è sempre stata ed è assai nota come il progressivo degrado del costone da dove a volte miracolosamente sgorga acqua zampillante di provenienza sospetta.
La barriera spesso modifica la sua ubicazione, ora si stringe, ora si allarga, ma è lì, come il parco giochi, come i capolinea, come i quasi vivai (esagerato) di piante e fiori, come le pizzerie sulla strada, come i finti divieti di sosta, come i sindaci e gli assessori, come i palermitani. Provvisori si, come la nostra esistenza. Forse per questo il nostro sguardo disattento non si stupisce e non si indigna più davanti a niente. Ora così, poi chissà. Oggi ci siamo, domani non CI SEI più. Beato fatalismo meridionale. Allora ammazza, ammazza, ammazza la piazza.

Palermo: la Cappella Palatina

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AMMAZZA LA PIAZZA
 

 

La verità è che, come si suol dire in bolzanese stretto, "faciemo ridiri puru i siddiati".
Ieri riflettevo, sempre a proposito di piazze, di quanto poco ci vorrebbe a "pedonalizzare" la piazza di Mondello. Sicuramente molto meno di queste cavolate di cordoli sparsi per le vie della città (che oltre a non servire a niente, sono pure pericolosi).

Marcello

15/04/2009 13:02:13


 
 

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