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13 settembre 2016

La bubblegum music in Italia (puntata n. 124)

di Dario Cordovana



Bubblegum dà l’idea di qualcosa da masticare e per l’appunto questo genere di musica in voga dalla seconda metà degli anni sessanta si basava su motivetti facili da fischiettare. L’esempio principe era probabilmente “Sugar Sugar” degli Archies, che ebbe un discreto successo anche in Italia. Ancor meglio fece “Simon Says” dei 1910 Fruitgum Company, divenuta celebre qui da noi come “Il ballo di Simone”.
Nei primissimi anni settanta entrano in scena i fratelli Capuano, Mario e Giosy. Il primo aveva al suo attivo diverse canzoni per artisti italiani molto celebrati (la Mina di “Un colpo al cuore” ad esempio). Anche i Ricchi e Poveri nel 1970 avevano lanciato un suo pezzo, “In questa città”. Poi l’incontro con un gruppo scozzese venuto a svernare in Italia, i Middle Of The Road, caratterizzati dalla voce acuta della cantante Sally Carr. I Capuano decidono di lanciarli e come primo passo li mandano a Sanremo ad accompagnare il molisano Jordan che canta “Lo schiaffo”. Non proprio un successo, ma quanto basta per farsi notare.
A quel punto entra in scena una terza figura, l’inglese Harold “Lally” Stott, anche lui di stanza in Italia, aveva lasciato il gruppo dei Motowns per tentare la carriera solista. Lally si ritrova un pezzo, “Chirpy Chirpy Cheep Cheep” su cui puntare per raggiungere il grande successo. Il suo stile si rifà chiaramente alle canzoni più spensierate del McCartney dei Beatles, ma il capelluto inglese sa scrivere anche dei bei pezzi lenti che fanno notare il suo talento. La sua “Daddy’s Dream” viene incisa da Demetrio Stratos e poi, in italiano, col titolo “L’abitudine”, da Mina. Ad incidere “Chirpy Chirpy Cheep Cheep” ci provano prima i coniugi Mac And Katie Kissoon, ma detto del buon successo italiano della versione dell’autore, la versione che avrà più successo e andrà al numero uno delle classifiche inglesi, sarà proprio quella dei Middle Of The Road.
Nell’estate del 1971 ci riprovano con “Tweedle Dee Tweedle Dum”, storia di una faida tra due clan scozzesi, e i l bis riesce. Buono è ancora il successo di “Soley Soley” e di “Sacramento”. Il loro successo proseguirà per un po’ in Germania con le successive “Samson and Delilah” e “Bottoms Up”. In Italia saranno ancora popolari per un po’, ma andranno a Sanremo nel 1974 in un periodo poco fortunato per loro e per il Festival.
Nel frattempo il solerte Mario Capuano ci riprova ideando un duo formato dall’italo-americana Kathy Vergani e un misterioso Gulliver che poi si scopre essere un barbuto ragazzo salernitano di nome Santino Scarpa. Stavolta il successo su cui fiondarsi viene dall’Olanda e si chiama “How Do You Do”. A cantarlo è un duo olandese fisicamente affine alla nostra coppia. Si chiamano Mouth & Mac Neal, (anche se MacNeal è più panzuto del nostro Gulliver), ma la loro versione sarà in molti paesi superata da quella di Kathy & Gulliver. Il loro momento di popolarità sarà però effimero. L’ultimo pezzo sarà il tema conduttore del film “Anche gli angeli mangiano fagioli”, ovvero “Angels and Beans”. Il film sfrutta il successo di Bud Spencer che per l’occasione ha al suo fianco Giuliano Gemma e non Terence Hill. La colonna sonora è scritta dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, che come Oliver Onions avevano firmato e firmeranno altre colonne sonore del celebre duo nato col filone degli spaghetti western (gli Oliver Onions saranno solo una parte della loro produzione, pubblicata anche come M & G Orchestra o come Barqueros). E in effetti le loro “Flying Through The Air” e “Dune Buggy” ben si innestano in questo filone: motivi scacciapensieri senza pretese. I due riusciranno a far cantare persino il centravanti della Lazio Giorgio Chinaglia, a cui affideranno ovviamente un brano adatto, “I’m Football Crazy”.
Tutti questi successi sono in inglese, ma se vogliamo trovare dei rappresentanti del genere che cantavano in italiano, chi meglio dei Nuovi Angeli? Di solito serviti dalla coppia Vecchioni-Pareti, tenteranno una sola volta anche loro l’avventura in lingua inglese con lo pseudonimo di Dollars. Il pezzo, molto carino, esce nel 1974 e si chiama “Pretty Miss”… e questo alla fine è: un carino (pretty), buco nell’acqua (miss). Ma nel 1974 queste canzoni così spensierate e allegre avranno già meno fortuna e anche altri gruppi che potremmo inserire nel genere fino a quel momento (Flora Fauna e Cemento, Homo sapiens, la Famiglia degli Ortega) dovranno cambiare stile o scomparire…

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